Cervinara, l’azzurro cucito sul cuore
Sì, va bene, la nostalgia degli anni verdi, ti porta a pensare che i migliori anni della storia dell’umanità siano stati quelli in cui tu eri adolescente e spensierato. Mai il mondo rivedrà più quell’età dell’oro! Ed è lo stesso identico pensiero che accompagna ed accompagnerà tutte le generazioni. Basta poco per far riaffiorare ricordi, conservati gelosamente. Ieri sera in televisione, su Rai Uno hanno trasmesso la seconda parte della fiction dedicata a Pietro Mennea. Sempre ieri, allo stadio Ciro Vigorito di Benevento, giocava la Nazionale Under 21 contro la Serbia. E, all’improvviso su Facebook, compare un post di Pasquale Casale, che ci ha riportato indietro di 32 anni. Sempre a Benevento, allo stadio che all’epoca veniva denominato Santa Colomba, per la località dove era stato costruito, ed in campo, anche allora la Nazionale Under 21, con un fuori quota speciale, proprio Pasquale Casale. E sulle gradinate tantissimi cervinaresi a vivere l’orgoglio, immenso, nel poter vedere un proprio conterraneo con la maglia della nazionale. La partita era Italia-Romania, Pasquale era stato convocato come fuori quota. All’epoca voleva dire che l’allenatore della nazionale maggiore chiedeva al suo omologo dell’Under 21 di convocare qualche promettente calciatore per vederlo all’opera. E, giova ricordare che il mister della nazionale maggiore era un certo Enzo Bearzot, mentre sulla panchina dell’Under sedeva Azeglio Vicini. Pasquale veniva indicato come l’erede di Marco Tardelli. E per noi, che avevamo l’azzurro cucito nel cuore, l’anno prima avevamo trionfato nel mondiale in Spagna, sapere tutto questo era una vera e propria emozione. Pasquale in quella partita fu il migliore in campo e siglò anche una splendida rete. Sembrava spianata la strada per gli Europei che si sarebbero disputati l’anno successivo. Poi, le cose andarono diversamente e sono dovuti passare quasi trenta anni, per rivedere in azzurro un caudino: Ignazio Abate. Ma, quella foto pubblicata, oltre alla nostalgia, accende anche altre riflessioni. Non si fa un esercizio nostalgico, affermando che quegli anni erano diversi e che i valori, non solo quelli dello sport, erano saldi. Essere convocati in nazionale era un onore immenso e la differenza con oggi stride e stride forte. Sugli spalti del Ciro Vigorito, ieri, c’erano anche i ragazzi della scuola calcio Turturo di San Martino Valle Caudina, che insieme a tanti altri ragazzi, hanno vissuto due giorni straordinari. Pensando a quella innocenza, ai valori che persone come Pietro Mennea e Pasquale Casale hanno perseguito per tutta la vita, dovrebbe far venire voglia di fermarsi a riflettere e pensare a cosa è diventato lo sport e a che circo è stato trasformato il calcio. Noi avevamo l’azzurro cucito sul cuore e, forse, eravamo troppo ingenui ma abbiamo visto all’opera campioni veri che sono diventati anche maestri di vita.
Peppino Vaccariello
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