Cervinara: legalità e borghesia danzante
Raccontano gli storici che mentre i Barbari erano alle porte, i senatori di Roma decidessero sull’assegnazione di una diaria per trascorrere le vacanze senza curarsi minimamente del pericolo incombente.
Con tutti i distinguo del caso, sembra che Cervinara e Rotondi stiano vivendo una cosa simile nel loro piccolo.
La differenza è che i barbari sono già entrati e stanno saccheggiando con continuità appartamenti e case; danno fuoco indisturbati ad automobili; scippano in pieno centro. Tutto nel silenzio e nel fastidio generale delle istituzioni.
Sono tante le cose che sorprendono di questa vicenda, soprattutto il suo impatto sociale. Da un lato si tende a minimizzare (“sono gli organi di stampa che mettono in cattiva luce il paese”), dall’altro si da la colpa agli immigrati che ancora non sono arrivati (come se gli ultimi casi di furti potessero essere perpetrati da persone che non sono del posto!) e, infine, c’è chi di questa battaglia non se importa proprio.
La sensazione che la lotta per la legalità e la sicurezza sia solo affare del Caudino, di Rete Sei e di User Tv che hanno un obbligo (il dovere di cronaca) e un diritto (quello della critica sancito dall’articolo 21 della Costituzione e dalla legge generale sulla stampa).
Il resto? Assente.
La cosa più inquietante è che la borghesia dei due paesi (il cosiddetto ceto medio) non sia per niente interessato all’escalation criminale. Qualcuno mostra una fredda solidarietà, qualche altro si lamenta (con attenzione) sui social ma per la gran parte il problema non esiste oppure è stato rimosso.
Si dirà: ma che possono fare i cittadini?
Dobbiamo realmente stilare un elenco di cosa una opinione pubblica informata e consapevole possa fare? Ad esempio: battersi pubblicamente affinché le istituzioni si interessino al fenomeno, oppure scrivere al Prefetto o alla Procura della Repubblica per chiedere più attenzione; magari rivolgersi agli onorevoli eletti nel collegio (non solo per le raccomandazioni) ma per chiedere che si occupino anche della Valle Caudina.
Figlio del silenzio della borghesia è il disinteresse da parte della associazioni che operano sul territorio. Quelle cattoliche sono non pervenute da tempo; ma le altre? E i partiti politici?
Ecco dunque il quadro: legalità e sicurezza non interessano seriamente a nessuno. Forse solo sui social network. Meglio partecipare a raccolte fondi: si paga e ci si mette la coscienza a posto. A chi frega se poi il paese continua a crollare? (in foto: Satiro Danzante, Mazara del Vallo)
Angelo Vaccariello