Cervinara, Monetti: Conte di Montecristo? Nessuna vendetta, solo onestà
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Intervengo, e con soddisfazione professionale in merito all’Ordinanza del 17 dicembre scorso emessa dal T.A.R. Campania Sez. di Salerno, e pubblicata (come annunciato) in giornata, per precisare alcuni punti salienti.
Non intendo anticipare la sentenza, anche perché nonostante la mia esperienza di Giudice Onorario, avvocato da 25 anni, la mia esperienza accademica e con alle spalle alcune pubblicazioni in materia, posso soltanto delineare un ipotesi ricostruttiva , alla luce dell’esame del ricorso e delle Memorie avverse e dei documenti prodotti e richiamati dalla stessa Ordinanza.
La delega a SUA Ecc. il Prefetto di Avellino di verificare ed acquisire, in contraddittorio con le parti, presso la Procura della Repubblica di Avellino ogni documento ed informativa utile ai fini di giustizia è una azione di garanzia e di tutela che mi inorgoglisce come professionista. E’ anche vero che i Giudici del TAR avrebbero potuto, senza alcun altra prova, decidere per l’accoglimento del ricorso e segnatamente al motivo relativo alla mancata verbalizzazione delle schede elettorali autenticate e non utilizzate, a firma di Iuliano Bello e Romano, così come già deciso proprio dal TAR di Salerno con sentenza n. 2324\2010 ed alla luce della sentenza del TAR Campania Napoli n. 4605 del 19 novembre 2015 (che ha sciolto il Comune di Telese); sentenza questa che ha ritenuto il citato motivo assorbente rispetto a tutti gli altri indicati dai ricorrenti. Ma l’accertamento in concreto di quelle doglianze, ripeto, come difensore, mi rasserena, in quanto da questa istruttoria non potrà che venire fuori la conferma dei motivi del ricorso.
Questo significa che al di là dell’aspetto penale che ne potrà discendere e che a me come difensore in sede amministrativa, interessa relativamente. Richiedere di acquisire in copia tutti gli atti del procedimento pendente presso la Procura della Repubblica di Avellino e soprattutto verificare se sono autentiche (come lo sono) le 14 schede sequestrate dalla Digos di Avellino, se le stesse appartengono (come appartengono) al procedimento elettorale svolto a Cervinara il 31 maggio 2015, se appartengono alle sezioni 5,12 e7 oppure ad altre sezioni ( sicuramente a più sezioni oltre alle tre indicate), fa capire l’importanza e la portata dell’istruttoria medesima, al di là delle assurde rassicurazioni.
Ma quello che intendo sottolineare è il quesito relativo all’accertamento della congruenza tra le schede complessivamente autenticate, quelle utilizzate per la votazione e quelle non utilizzate; queste non utilizzate nelle sez. n. 5,7,e 12 devono essere pari a 2490 schede) !!!!
Detta congruenza non vi è !!! Le schede non utilizzate non sono tutte rinvenibili, ne indicate negli appositi verbali di sezione!!! Pertanto, anche questo è certo, che non sono riscontrabili i calcoli necessari a verificare la genuinità delle operazioni elettorali.
Ma quello che chiude ogni speranza al Comune è il seguente quesito: se l’eventuale rinnovazione del procedimento elettorale con riferimento alle stesse ( sezioni nn. 5, 7 e 12 e non solo) sia ASTRATTAMENTE suscettibile di modificare il medesimo risultato elettorale.
Poiché solo in queste tre sezioni il numero degli elettori è pari a 2490 e la differenza tra le due liste è di 2053 voti, è agevole rispondere: annullare l’intero procedimento elettorale.
Quindi, come è facile dedurre, ogni singola richiesta istruttoria avanzata dal TAR, da sola, potrebbe portare all’accoglimento del Ricorso di Iuliano, Romano e Bello e quindi alla rinnovazione delle operazioni di voto.
Evidentemente questa è la mia versione dei fatti, come avvocato, dopo aver letto le carte ed esaminato i documenti.
Non è vendetta questa, ma onestà intellettuale. Anche se l’accostamento al Conte di Montecristo non mi è dispiaciuta: né a me , né ad altri.
Al TAR di Salerno spetta decidere. Noi siamo, a questo punto, oltremodo fiduciosi !
Dimitri Monetti