Cervinara: monsignor Antonio Lombardi e l’album della irriconoscenza

E' una delle tante persone che Cervinara ha dimenticato con estrema facilità m

Redazione
Cervinara: monsignor Antonio Lombardi e l’album della irriconoscenza

Cervinara: monsignor Antonio Lombardi e l’album della irriconoscenza. Dopo un’affettuosa chiacchierata al telefono con un amico, che vive lontano, lui riesce a scovare un articolo di un giornale e, potenza della tecnologia,  me lo invia. E’ un articolo di Stampa Sera  di giovedì 20 e venerdì 21 aprile 1961. C’è stato un tempo in cui i quotidiani, quelli più importanti, avevano addirittura due edizioni e quella del pomeriggio riportava due date proprio perché a cavallo di due giornate.

                                                                                                                                                        Il tuffo nella memoria

articolo di Stampa Sera

Quell’articolo ha avuto il grande potere di schiudere i ricordi su una persona che, chissà perché, Cervinara tende a dimenticare. E’ un paese strano il nostro, una comunità che ha memoria corta, cortissima. Senza contare che a dimenticare sono soprattutto tutti coloro che da questa persona, o da altre, hanno ricevuto solo benefici.

L’articolo racconta di un sacerdote, insegnante di religione all’istituto tecnico Luigi Amabile di Cervinara, monsignor Antonio Lombardi, aggredito da un suo allievo che gli imputa la responsabilità di un cinque in condotta. Il ragazzo lo affronta e lo aggredisce prima nell’atrio dell’istituto e poi a scuola. Gli altri ragazzi difendono il sacerdote e rinchiudono il loro compagno in uno stanzino.

Questi pagherà cara la sua bravata perché per tre anni non potrà frequentare nessuna scuola. Un fatto di cronaca che oggi non farebbe tanto scalpore ma, che all’epoca, valicò gli angusti confini della Valle Caudina per arrivare all’attenzione della cronaca nazionale di un quotidiano che veniva realizzato nell’allora lontanissima Torino.  All’epoca la cosidetta Ragioneria, ossia l’istituto tecnico citato nell’articolo, era una sezione staccata del Luigi Amabile di Avellino. Poi, successivamente conquisterà l’autonomia diventanto il Luigi Einaudi.

A parte la curiosità di questa vicenda, che è senz’altro emblematica per un’Italia che si avviava verso la modernità, l’articolo ha riaperto la mia memoria su monsignor Antonio Lombardi che fu parroco di Sant’Adiutore Vescovo dal 1946 al 1992.

Morì nel 1996 nella casa che aveva realizzato con i suoi soldi, meglio sottolineare ancora, i suoi soldi,  accanto alla sue amate chiesa e piazza e che lasciò in dono all’allora seminario. Un dono d’amore visto che, anche grazie a lui, almeno sette ragazzi di Cervinara, hanno seguito la loro vocazione.  Solo per la cronaca, l’edificio è stato quasi del tutto venduto a privati.

                                                                              Uomo di parte e guida

Monsignore era un sacerdote preparato. Era laureato in Teologia e Lettere Classiche.Intendiamoci, come la maggior parte dei sacerdoti della sua generazione è stato un uomo di parte. Famose erano le sue omelie contro i ” rossi “. Nonostante questo, però, è stato una guida, un punto di riferimento per la sua comunità ed in questo caso per tutti, nessuno escluso. Tante persone hanno conseguito l’allora agognata terza media o un diploma proprio grazie a quello che lui si era inventato per la parrocchia dei Salomoni.

Quella frazione ha pagato un prezzo altissimo all’emigrazione. Tanti genitori partivano per lavorare e lasciavano i loro figli alle cure di nonni, quasi tutti semianalfabeti. Monsignor Lombardi seppe intercettare quella piaga sociale e creò una sorta di collegio dove i ragazzi potevano contare su tre pasti al giorno ed anche su delle suore che li seguivano negli studi.

Questi sono solo alcuni dei suoi tanti meriti, un articolo non riesce ad elencarli tutti.  Ma Cervinara sa dimenticare come nessun altro. Il sacerdote fa parte di diritto di una sorta di album della irriconoscenza, composto da persone che davvero si sono spese per il bene collettivo del centro caudino  per essere poi subito cancellate dalla memoria.

Da anni chiedo, con articoli di ricordare questo sacerdote, intitolandogli la piazza che si trova di fronte alla sua amata chiesa. Entrambe sono intitolate a Sant’Adiutore Vescovo. Stessa richiesta è stata più volta reiterata dall’avvocato Augusto Genovese, vice segretario nazionale dell’Unione Monarchica e da monsignor Pasquale Maria Mainolfi, parroco in San Gennaro a Benevento, che ha sempre considerato monsignore un suo maestro,.

Ma a nessuno sembra interessare. A breve, nel 2026,  cadrà il trentesimo anniversario della sua morte, sarebbe bello che, finalmente, venisse ricordato perché monsignor Antonio Lombardi. a diffrenza di tanti altri,  lo ha davvero meritato.

Peppino Vaccariello