Cervinara: paga la multa, dopo quasi quattro anni il comune di Amorosi ne chiede ancora il pagamento
Cervinara. Il Comune di Amorosi notifica ad un nostro concittadino, dopo quasi quattro anni, un atto ingiuntivo per una contravvenzione del 2015 che è stata, tra l’altro, regolarmente pagata.
Il fatto
La violazione era stata commessa in data 28 febbraio 2015 per superamento di un chilometro del limite di velocità, verbale di accertamento stilato in data 17 marzo 2015 e notificato il 25 giugno 2015, importo richiesto € 53.90 (€ 28.70 oltre € 25.20 per spese) se pagato entro 5 giorni, € 66.20 (€ 41.00 oltre € 25.20 per spese) se pagato entro 60 giorni, ed, infine, € 109.70 se pagato dal 61esimo giorno dalla notificazione.
Fu versato, quindi, in data in data 15 luglio 2015, l’importo di € 66,20.
In data 18 dicembre 2018, cioè dopo 3 anni e 5 mesi, è arrivato atto di ingiunzione al pagamento di ulteriori € 176.19 (€ 84.50 per residua sanzione oltre € 91.69 per spese) con minaccia: a) di fermo amministrativo del veicolo b) di pignoramenti presso terzi c) di iscrizione ipotecaria con l’aggravio delle ulteriori spese, e con avvertenza della facoltà di ricorso al Giudice di Pace (non più gratuito) che però non potrà essere proposto “relativamente al merito del provvedimento che ha dato origine al credito in quanto l’atto ingiuntivo è fondato su atti divenuti definitivi ai sensi della legge”.
Osservazioni
Ottemperando all’atto di ingiunzione l’infrazione, rispetto al costo originario di € 53.90, costerebbe € 242.39, quasi il quintuplo (€ 66.20 già pagati ed € 176.19 da pagare) e più del doppio di quanto complessivamente previsto (sanzione € 84.50 e spese € 25.20 Totale € 109.70) per l’ipotesi di pagamento dal 61esimo giorno dalla notificazione.
Raffrontando le indicazioni e prescrizioni di cui al verbale di accertamento nr. 374/2015 con quelle di cui all’atto di ingiunzione si arriva alla conclusione che quest’ultimo apparentemente ed ingannevolmente punisce l’ipotesi del pagamento oltre il termine (alla pag. 1 si parla di “sanzione residuo credito”, di “importo indicato al netto di eventuali pagamenti parziali”) ma non indica né data né importi, di fatto punisce l’ipotesi del mancato pagamento con la comminazione di una ulteriore maggiorazione non prevista nel verbale di accertamento.
Altro aspetto anomalo della vicenda è la richiesta di spese di notifica (€ 25.20 per la notifica del verbale di accertamento ed € 12,50 per la notifica dell’atto ingiuntivo) laddove il servizio postale ha incassato rispettivamente € 6.60 ed € 6.80.
Per fortuna che il cittadino conserva ancora la ricevuta di pagamento, altrimenti sarebbe stato costretto a pagare di nuovo con un costo quasi quattro volte la violazione.
Il dubbio ci viene spontaneo, il Comune di Amorosi ha agito in buona fede o millanta un credito che non ha?