Cervinara: perché le elezioni anticipate non sono più solo una ipotesi
In questo luglio sonnacchioso, ci ha pensato ancora una volta la politica a Cervinara a risvegliare gli animi. E bisogna dire che questa volta, ha colto nel segno mettendo in atto una mossa che nessuno degli analisti avrebbe mai pensato possibile: la verifica della presenza dei consiglieri per poi, successivamente, determinarne la decadenza.
Nel mirino della maggioranza sono due: Pellegrino Casale e Vincenzo Iuliano. Il procedimento è semplice: la segretaria del Comune relazionerà al presidente del Consiglio Lello Todino il quale, se ci sono le condizioni, convocherà un consiglio comunale che dovrà votare la permanenza o meno dei due politici nel parlamentino cervinarese. Si apriranno, poi, le contese legali.
Al di là di questo, a piazza Trescine c’è un segreto di pulcinella: tutti sanno, ma nessuno ne parla, della possibilità di un ritorno alle urne nella prossima primavera in contemporanea con le elezioni politiche.
Questo ragionamento, ufficialmente smentito da tutti, in realtà sta prendendo piede da qualche tempo. E i motivi sono semplici.
Il primo riguarda la mancanza di una alternativa pronta al sindaco Tangredi. Con la minoranza consiliare polverizzata (quattro consiglieri, tre opposizioni), il primo cittadino non ha alcun valido “oppositore”.
Fuori dal consiglio le cose non cambiano: i “senatori” (che in passato hanno pensato di “dirigere” le elezioni) vanno in ordine sparso. Molti sono vicini a Tangredi; altri flirtano con Pellegrino Casale. Nessuno al momento vede il nome di un “papa” alternativo a quello attuale. Con le dimissioni tra dicembre e gennaio, Tangredi coglierebbe tutti in contropiede. Chi mai potrà essere il candidato unitario?
Ancora. Con il ricorso alle urne, l’attuale primo cittadino potrebbe dare un “ritocco” alla sua maggioranza, inserendo qualche esponente della società civile e togliendosi qualche (velata) spina nel fianco.
Ultimo punto a favore dell’ipotesi è che Tangredi si troverebbe a governare con un nuovo mandato pieno, senza pendenze giudiziarie (i ricorsi andrebbero avanti ma non avrebbero alcuna influenza sull’attività amministrativa) e potrebbe finalmente pensare con serenità ad un futuro politico sovracomunale.
Ovviamente ci sono anche molti contro a questa ipotesi. Il più importante è che nelle elezioni non si sa mai come va a finire e sono molti che entrati papa nel Concistoro ne sono usciti cardinali. E questo Filuccio lo sa bene.
Allora sono solo elucubrazioni di un giornalista? Vedremo. Intanto proseguono incontri riservati e le cene estive sono un toccasana per modellare nuove alleanze…
Angelo Vaccariello