Cervinara, Salvatore Tangredi: un democristiano dal cuore d’oro
Cervinara. Immaginare la oramai imminente campagna elettorale senza Salvatore Tangredi risulta molto difficile. Non incontrarlo a tarda notte per fare il punto della situazione sulle eterne trattative sarà qualcosa di molto particolare. Da venti anni aveva lasciato il testimone al figlio Filuccio, che nel 2010 è stato eletto sindaco. In tutto questo tempo non ha mai fatto ombra al figlio, ma il vizio della politica non lo aveva mai lasciato. Spesso mi chiedevo quando riuscisse a dormire perché lo vedevi sfrecciare a bordo della mitica 500, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
A bordo c’era sempre un immancabile compagno di viaggio, che ad una certa ora, crollava, ma lui andava avanti spedito. Ed aveva sempre una notizia diversa dalle altre. Poi, alcuni giorni prima del voto scompariva. Aveva dei rapporti consolidati in sessanta anni di politica ed andava a chiedere il suffragio per il figlio. Ad urne chiuse, dava le sue previsioni e non sbagliava mai.
Smaltita la vittoria, quando durante la festa, si esibiva anche in Diana di Paul Anka, ricominciava la campagna elettorale. Salvatore era così, semplice, diretto, democristiano e bianchiano sino al midollo. In grado di scherzare ma anche di sonore arrabbiature. E poi, cosa importante, cercava sempre di curare il suo elettorato. Sapeva tutto di queste persone ed era sempre presente nei momenti belli ed in quelli brutti. Sarebbero tantissimi gli aneddoti da raccontare, come i viaggi a Roma, quando Bianco era capogruppo alla camera per la Dc, quando era ministro della pubblica istruzione o segretario del Ppi. Tanti i congressi della Dc, a tutti i livelli ed i suoi interventi in consiglio comunale. Ieri è andato via un pezzo di storia della politica cervinarese che anche i suoi più acerrimi avversari hanno sempre rispettato.
Peppino Vaccariello