Cervinara: si dimette anche Filuccio Tangredi da vice sindaco
Cervinara: si dimette anche Filuccio Tangredi da vice sindaco. Filuccio Tangredi si dimette da vice sindaco a Cervinara. Una decisione che era nell’aria da diverso tempo e che è stata così motivata dallo stesso ex primo cittadino del centro caudino.
Le motivazioni di Tangredi
Le elezioni comunali del 2020 a Cervinara hanno visto la lista” Insieme per Cervinara” presentarsi ai cittadini con un discorso di continuità amministrativa, forte di un precedente percorso di equilibrio politico. E’ quanto scrive in un comunicato Tangredi
questa compagine avrebbe avuto tutti i requisiti necessari per fare e fare bene: non solo perseguendo e fissando nuovi obiettivi, ma anche portando a compimento quelli già fissati, avvalendosi semplicemente di un fruttuoso e proficuo lavoro di squadra. Questo programma e questi intendimenti venivano, infatti, premiati dagli elettori cervinaresi che ci concedevano la loro fiducia e il loro sostegno.
Le esclusioni dei consiglieri dalla maggioranza
Invero, terminata l’euforia della campagna elettorale, iniziavano a manifestarsi profonde spaccature e dissidi ai quali, chi di dovere, non riteneva necessario porre rimedio. Ed anzi, avallando tali atteggiamenti, si ponevano in essere delle vere e proprie esclusioni di consiglieri dal gruppo di maggioranza, seminando zizzanie e gelosie, aderendo al motto del “divide et impera” piuttosto che al principio, forse troppo democratico, del gioco di squadra
La mancanza di collegialità, il non vedersi in una solo riunione di gruppo, l’affermarsi del pettegolezzo hanno avuto il solo risultato di lacerare, in maniera diffusa, i rapporti umani tra gli amministratori. Lacerazione umana che, inevitabilmente, si è estesa a macchia d’olio sull’azione politica e, di conseguenza, sulla vita del paese.
Rispetto a tale situazione e sbalordito per ciò che stava accadendo, ho cercato – seppur con grande difficoltà-, incalza l’ex vice sindaco, di dare un contributo fattivo nel rispetto del mio paese e dei molti che, mediante il loro consenso, mi avevano accordato fiducia. Purtroppo però mi sono reso conto, sin da subito, che questa amministrazione, con simili caratteristiche, sarebbe presto implosa.
Da Assessore ai Lavori Pubblici, durante i primi mesi di attività amministrativa, mi ero prodigato per far redigere un documento strategico, aperto a tutti i consiglieri comunali, al fine di programmare gli interventi necessari al paese mediante l’accesso ai fondi del PNRR: un’occasione imperdibile che avrebbe dovuto costituire la stella polare dell’azione politica.
Delega a sovranità limitata
Purtroppo però ho dovuto fare i conti con la realtà: la mia era una delega a sovranità limitata, di mera facciata. Ed infatti, le mie successive dimissioni da Assessore ai Lavori Pubblici non hanno sortito alcun effetto!
In genere la prassi politica vorrebbe che le dimissioni venissero, in prima battuta, rigettate al fine di discuterle, chiarirsi ed- eventualmente- trovare una quadra e solo se ripresentate diventano definitive. Nel caso di specie, però, tutto ciò non si è verificato: le mie dimissioni erano state, perciò, tanto attese e desiderate, anzi a lungo agognate!
Nonostante ciò, sempre nel prosieguo dell’ attività amministrativa, ho cercato di apportare altri contributi, ponendo ad esempio la questione degli ingiustificati aumenti Tari. Ma anche qui trovavo difronte a me un muro, ogni mio consiglio era indesiderato. In proposito mi preme evidenziare che anche per il 2023 noi cittadini saremmo costretti a pagare 170.000,00 euro in più rispetto ai costi che il Comune ha realmente sostenuto.
Disertate la giunta per protesta
Da quel giorno, per protesta e sempre speranzoso che qualcuno – alla fine- sarebbe rinsavito cercando di recuperare i rapporti ( dapprima umani e poi politici), ho iniziato a non prendere più parte alle riunioni di giunta. Inutile dire che, anche stavolta, il “cerchio magico” è stato felice e soddisfatto di tale scelta: avevano “eliminato” il problema.
Ho capito finalmente che il piano scellerato ad escludendum, perpetrato in aperto contrasto con la volontà popolare, che è stata svilita e calpestata, era già stato ordito all’ indomani delle elezioni, forse addirittura prima. Ed è stata proprio questa certezza che mi ha imposto di non presentare prima le dimissioni: sentivo comunque la responsabilità nei confronti dei miei concittadini.
Ho invano atteso e sperato, sino ad oggi, che la situazione potesse cambiare, che il buonsenso sarebbe alla fine prevalso. Ahimè ciò non è avvenuto.
Chi guida una compagine ha il dovere di svolgere il proprio ruolo con l’atteggiamento del buon padre di famiglia. La sua azione deve svolgersi nel rispetto di TUTTI i consiglieri comunali che, di fatto, rappresentano i cittadini e non può, invece, agire con sentimenti di rivalsa e antipatia.
Amministrazione senza prospettive
Ad oggi ci si ritrova con una amministrazione senza prospettive, che va avanti alla giornata ed un paese,il nostro paese, sempre più sconfortato, vuoto e sfiduciato. I risultati di questi tre anni di attività amministrativo-politica sono fortemente deludenti: nessun finanziamento PNRR di rilievo ( le scuole erano infatti già state finanziate.
Circostanza che potrà essere agevolmente verificata riascoltando i comizi tenuti durante la campagna elettorale), l’asilo nido abbandonato a sé stesso, la sanità territoriale è inesistente, del medico a bordo del 118 nemmeno a parlarne, assenza totale sul dissesto idrogeologico, piano di insediamento per attività commerciali ed artigianali fermo al palo, il progetto del tunnel accantonato senza batter ciglio e tanto altro ancora .
La necessità delle dimissioni
Alla luce di tali circostanze, con rammarico, non posso più sottostare a questa situazione e,pertanto, non potendo fare più nulla per cambiarla, mi vedo costretto a rassegnare le mie dimissioni dalla giunta comunale. Nel rispetto dei miei concittadini, del mio paese e, non da ultimo, della mia persona, conclude Filuccio Tangredi. Tangredi si dichiara indipendente.