Cervinara: Tatufarte, tutti i segreti del tartufo in tre serate
12, 13 e 14 agosto rtre serate da non perdere

Cervinara: Tatufarte, tutti i segreti del tartufo in tre serate. E’ una simbiosi con la natura. E’ una vera e propria comunione, una rappresentazione religiosa che ha delle regole ferree.
Da relativamente poco tempo, la Valle Caudina ha scoperto il tartufo. Non esisteva una tradizione di cavatori, come ad esempio, quella dei cercatori di funghi o chiodini. Non solo, nelle ricette classiche della nostra cucina contadina non era previsto nessun piatto arricchito dal tartufo.
I cani venivano addestrati per la caccia non certo per scavare quel tubero che sembrava emanasse anche un cattivo odore. Negli ultimi 30, 35 anni, le cose sono radicalmente cambiate. Tra Pannarano, Cervinara e San Martino Valle Caudina, poi anche a Montesarchio, ma non esistono notizie certe, sono comparsi i primi cavatori
. Persone che hanno iniziato, probabilmente, grazie alla vicinanza con il Molise, ad addestrare i cani, scoprendo una vera e propria miniera d’oro tra la catena del Partenio ed il massiccio del Taburno,.
Allo stesso tempo, i ristoratori di nuova generazione hanno iniziato a creare dei piatti che prevedevano l’arricchimento di questo tubero pregiato. E così, si è andati oltre al classico uovo fritto con scaglie di tartufo e si è creata una sorta di catena del gusto.
Purtroppo, come spesso avviene, quando aumenta la richiesta, quando si intravedono facili guadagni, iniziano a moltiplicarsi cercatori che hanno come unico scopo quello di incassare il maggior numero di euro possibili nel giro di pochissimo tempo.
Purtroppo questo andazzo fa perdere quella comunione con la natura, quella sacralità che si trova in altri territori come nelle Langhe, come in Umbria, come in Molise ma anche, non tanto lontano da noi, come sui monti Picentini o del Terminio.
Già il rapporto tra il cavatore ed il cane è qualcosa di sacro. Tra i due deve nascere un rapporto di intesa molto particolare. Non è un semplice addestramento ma è un qualcosa che va oltre.
Cavatore e cane trascorrono tantissime ore insieme, percorrono chilometri e chilometri a piedi, tra saliscendi montani ,sentieri e piste poco battute. Proprio durante queste scarpinate nasce quel legame particolare con la terra, con la natura.
I tartufi nascono là dove c’è una natura incontaminata. E’ un tratto distintivo, inequivocabile, Cavatore e cane faranno di tutto per rispettare l’habitat. La loro non è una presenza invasiva.
Se trovate, ad esempio, delle buche non ricoperte,vuol dire che da quelle parti sono passati quelli che non sono cercatori di tartufi ma cercatori di denaro. Il vero cavatore usa il vanghino solo se strettamente necessario e solo quando è certo di trovare il tubero magico.
Poi ricopre tutto perchè sa che rispettare la natura significa fare in modo di poter continuare a godere dei suoi frutti. Ecco che cavare diventa un gesto religioso, una preghiera per ciò che viene concesso,
Come tutte le grandi religioni, bisogna avvicinarsi gradualmente per apprendere, come un catechismo, tutti i riti ed i segreti. Le grandi religioni hanno anche delle arti che le raccontano. Arti che possono essere pittura, scultura, scrittura e musica.
Anche cavare i tartufi è un’arte, Un’arte che verrà raccontata a Cervinara, nello splendido scenario della villa comunale, per tre serate consecutive, nell’ambito di Cervinara sotto le stelle.
Martedì 12,mercoledì 13 e giovedì 14 agosto andrà in scena Tartufarte. Tre serate per conoscere i mille segreti del cavare tartufi e non può certo mancare una degustazione di questo tubero, trovato direttamente dai cavatori più bravi di Cervinara.