Cervinara: tre suicidi in meno di sette mesi
Una media spaventosa per un paese che non supera i diecimila abitanti. Tre uomini, uno di 50anni, il quattro gennaio, uno di 60 il 18 maggio, proprio il giorno del suo compleanno ed uno di 40 anni, questa mattina, hanno deciso di togliersi la vita. Cause diverse: ogni suicidio non è mai uguale all’altro, ma con lo stesso male di vivere che cova dentro e di cui nessuno si accorge. L’indifferenza, la superficialità, il pathos da social sono degli ingredienti micidiali che contribuiscono a sturare quel momento in cui si decide di non dover tornare più indietro. Non c’è nulla che riesce a fermarti: l’affetto e l’amore dei cari non bastano, quando decidi studi tutto con lucida follia e non torni su i tuoi passi.
Tre suicidi, tre storie diverse che suscitano pietà ma anche quella morbosità di voler sapere, di cercare di conoscere a tutti i costi ed anche di aggiungere inutili dettagli, nella maggior parte inventati, per alimentare il chiacchiericcio popolare.
Ogni suicidio è una sconfitta per la società teatro della tragedia, una pesante sconfitta. Una pesante sconfitta che, a Cervinara, si consuma quasi nell’indifferenza. Solo qualcuno prova pietà vera, cerca di immedesimarsi nel dolore dei cari e tenta di capire la ferita, lo strappo che ha portato all’insano gesto. Tre suicidi in meno di sette mesi, tre persone senza più alcuna speranza di poter avere almeno un giorno di serenità, privo di dolore. Il male di vivere logora dentro, nessuno lo può vedere, niente ti può fermare. Tre suicidi in meno di sette mesi è un record di cui Cervinara potrebbe fare a meno.