Cervinara: umiliato il coordinato del nucleo comunale di protezione civile, lettera aperta di una volontaria

La volontaria elenca anche tutte le criticità del nucleo

Redazione
Cervinara: umiliato il coordinato del nucleo comunale di protezione civile, lettera aperta di una volontaria

Cervinara: umiliato il coordinato del nucleo comunale di protezione civile, lettera aperta di una volontaria. Buongiorno a tutti! Come molti sapranno sono una delle tante volontarie appartenenti al corpo di Protezione Civile del nostro bel Paese, l’ Italia.

Per chi non lo sa, il volontario è un cittadino che, come può, ritaglia tempo e spazio alla propria vita per dedicarlo alla collettività con dedizione, amore, spirito di solidarietà e Animo Nobile… Alla Protezione Civile fa capo il Primo cittadino di un Paese che, non sempre può essere presente sul territorio per gestire i tanti impegni e responsabilità che si è assunto/a nei riguardi della Comunità che rappresenta e che lo ha eletto/a quindi c’è il Corpo di Protezione Civile che, aiuta e sostiene il Sindaco nell’espletare le proprie mansioni.

Il Volontario, opera in silenzio, spesso in solitudine ed in situazioni precarie, talvolta umiliato e vessato dalla gente, che forse non sa, che siamo lì per loro, per rendergli le cose più semplici, più serena
e sicura…

Tanti probabilmente non sanno che non ci occupiamo solo della processione del Paese, o della distribuzione dei pacchi alimentari ma, ad esempio quando c’è un’emergenza sul territorio (C.O.C.), il Coordinatore della P.C. con i volontari disponibili esplora il territorio, anche di notte, sotto le intemperie d’inverno e tra le fiamme d’estate, con i terremoti, le frane, le valanghe, gli incendi e le diverse calamità che si possono presentare sul territorio, per allertare le varie figure che poi subentrano qualora si manifesta una reale necessità come i Vigili Del Fuoco, Soccorso Alpino, Forestale, Carabinieri, Polizia, Croce Rossa ecc.. e poi se ne va a lavoro, stanco distrutto e senza un grazie.

Così, mentre tutti dormono sereni, nel proprio letto noi, Volontario di P.C. operiamo, fortunatamente spesso non accade nulla, talvolta invece capita ad esempio che si trancia un cavo dell’elettricità, si
spezza un palo del telefono o si curva un lampione della luce, oppure si riempiono le strade di acqua ed il Volontario corre, studia come arginare e migliorare la situazione e far si che le famiglie e la
collettività vivano al meglio certi disagi risolvendoli e dove occorre, tamponando in attesa dei soccorsi..

Non voglio perdermi in lungaggini, perchè di esempi se ne potrebbero far tanti. Stamane però voglio manifestare il mio risentimento, perché, ho una dignità, un’ orgoglio personale e come me , lo hanno i miei
colleghi , e certe situazioni mi trafiggono l’anima.

SONO STANCA!

Sono stanca, di vedere come spesso viene trattato il nostro Coordinatore, che non sta avendo vita facile nello svolgere le sue mansioni. Sono stanca di vedere i miei colleghi camminare per strada con
delle divise indecorose!

Sono stanca di quelle false promesse di chi ci fa presentare preventivi che dormono impilati sotto chi sa quanti fogli di carta!… E ci promette le scarpe Antinfortunistiche, le radiotrasmittenti, le
divise. Sono stufa di non poter fare una telefonata ai cittadini col numero della P.C. perché non abbiamo un telefono funzionante, ragion per cui, se viceversa,un cittadino ha necessità di contattarci non
troverà nessuno ad accogliere le sue richieste uno perché non abbiamo un telefono fisso funzionante, due perché non abbiamo neppure un numero mobile….

Tralasciando tutto ciò di cui abbiamo bisogno (e la lista sarebbe lunga)… Vi voglio rendere partecipe del mio risentimento giunto al culmine ieri sera alla Sagra della Castagna. Dopo, non aver ricevuto alcun invito a partecipare all’organizzazione della manifestazione e dopo che i VVF non hanno potuto, per motivi che ignoro, supportare l’evento, hanno chiamato noi come Servizio antincendio …

Ci siamo messi a disposizione, il nostro Coordinatore si è adoperato al meglio delle sue possibilità e capacità e soprattutto con i mezzi ed il materiale a disposizione, invitandoci ed esortandoci, ad operare per la collettività. Ora, come premesso in precedenza, non abbiamo risorse ne divise per tutti, ed il nostro buon coordinatore, col suo saper fare, per le sue capacità e disponibilità durante i servizi di collaborazione con i
VVF ha ricevuto in dono delle divise dai Vigili del Fuoco che usa quando ci sono incendi o come in questo caso per il servizio antincendio…

Uno dei volontari, indossava una delle giacche del suddetto corpo con dietro una scritta stinta che recitava: “ VIGILI DEL FUOCO”.. Ok, ci stà ! Non siamo VVF! Ma minare la dignità di un collega, in pubblica piazza, a usurpare una divisa donata per meriti e non perché rubata e farci tagliare la scritta è stato troppo!

Per il nostro gruppo di P.C. era motivo di orgoglio quella divisa con la scritta stinta VVF perché comunque donata dai VVF, che hanno riconosciuto nel collega V. M. e altri volontari più esperti di me le capacità che può avere un VVF. Divisa non di appartenenza al corpo è vero ma di merito!

E’ come quando, ad esempio, ad un poliziotto viene donata una targa al merito o una medaglia, un riconoscimento insomma per i servizi resi…A noi invece hanno fatto dono di una divisa, sapendo che ne
necessitavamo, e chi la indossa, nei momenti opportuni, lo fa con rispetto, decoro e dignità!

Già alcuni di noi vanno con giacche e divise di fortuna, al limite della decenza e chi ha la fortuna di indossare quell’unica divisa che possiede, ha quella estiva, e d’inverno, non vi dico il freddo cane che assaggiamo , senza maglioni, senza stivali per la pioggia, senza giubbotti ed impermeabili … Quante notti, durante i servizi, magari con la febbre addosso, si corre, e ci si bagna come dei pulcini per arginare un’emergenza,
senza un ricambio d’abito o una doccia calda e se ci si ammala ci curiamo a casa nostra, a nostre spese….

E poi ti guardano dal basso verso l’alto perché fintanto porti a casa il risultato sei buono e vai bene, quando invece le cose non quadrano la colpa è della P.C. Ecco a conclusione condivido una riflessione:
Ma noi chi siamo?

Chi rappresentiamo?

Perché esistiamo?

Perché resistiamo?

Non basta dover lesinare una bottiglia d’acqua o un panino durante i servizi, umiliandoci, perché quel che facciamo, a quanto pare, per molti non ha valore. Per noi non c’è cassa, non ci sono fondi, se chiediamo qualcosa sia come corsi di formazione, corsi di aggiornamento esercitazioni e quant’altro alla fin fine non è per noi ma per la comunità che rappresentiamo e per chi è a Capo del Servizio di P.C. (e non parlo
del Coordinatore)…

Non cerchiamo meriti o visibilità, a noi restituisce tanto un grazie, un sorriso, uno sguardo di gratitudine da chi te lo porge col cuore e se non lo riceviamo, pazienza, abbiamo le spalle larghe noi… Se camminiamo per strada in maniera indecorosa, se usiamo mezzi di fortuna, ci scusiamo, non è colpa nostra, rappresentiamo quello che ci danno o non ci danno.
RAPPRESENTIAMO LA COMUNITA’!…

Il mio Paese è la Valle Caudina, ho visto in questi ultimi anni da volontaria e non tanti corpi di P.C. decadere… Qualcuno resiste con un solo membro, altri che come noi cercano di sopravvivere e poi ho visto Comuni che hanno capito cosa stavano perdendo e stanno adoperandosi per far si che questo corpo abbia lustro ed importanza nel proprio Paese e sul territorio.A noi mah!

VORREI SENTIRE LA VOSTRA.

Comunque, siamo essere umani, ognuno con pregi e difetti, tutti possiamo sbagliare, ma, si può anche rimediare.Noi siamo ragazzi semplici, chi lavora alla giornata, chi non ha un lavoro stabile, ecc…Tra noi non c’è un volontario che sia imprenditore, dirigente, plurilaureato, dottore, maresciallo in pensione o altro, forse perché si sentirebbero inferiori nell’ essere coordinati da un’ uomo che ha solo la terza media ma che ha comunque studiato e conseguito degli attestati, conseguito dei corsi di formazione e dedicato anni della sua vita al volontariato e alla comunità e se oggi è coordinatore non lo è per assurde circostanze ma per capacità e meriti conseguiti con l’esperienza acquisita negli anni sul campo.

Fa male però vedere colleghi umiliati. Per me amici, fratelli, sorelle, figli, con i quali ci litigo pure ma che amo proprio per come sono e che sò non si tirerebbero indietro qualora innalzassi un grido d’aiuto perché loro sono così, corrono e si danno per tutti a prescindere dal colore della pelle, etnia, credo religioso o politico.

Si danno col cuore e sfido chiunque al posto mio a non risentirsi ad un certo punto quando, oltre a non venirci riconosciuti meriti di sorta veniamo anche mortificati, vessati e umiliati. Questa è la mia famiglia e questi sono i miei amici e Cervinara è il Paese in cui ho deciso di prestare la mia opera di volontariato e vorrei farlo per molti anni ancora a Dio piacendo.

Vabbè, Come si dice: “ FINCHE’ C’E’ VITA C’E’ SPERANZA!” OGNI TANTO RICORDATEVI DI NOI. RICORDATEVI DEGLI UOMINI E DELLE DONNE DELLA P.C.
Noi ci siamo sempre anche se talvolta in numero esiguo e con mezzi di fortuna, per il prossimo e per il mondo intero.

P.S.: Vorrei invitare gli esercenti e tutte le attività che se la sentono come ogni cittadino e scuola di CERVINARA  e della Valle Caudina intera a esporre un piccolo salvadanaio dove chi vuole possa donare una moneta affinchè per Natale si possa acquistare almeno una divisa dignitosa calda e decorosa con le scarpe antinfortunistica, gli stivali per la pioggia ed eventualmente radiotrasmittenti per i miei colleghi.

Lo so! Sono consapevole del risentimento che mi verseranno addosso ma, non sempre si può tacere ciò che è palese agli occhi di tutti.Per i cambiamenti ci vuole coraggio! Il papello è stato lungo e non voglio tediare ulteriormente nessuno così mi scuso ancora con chi avrà la briga e la pazienza di leggere queste 4 righe salutandovi cordialmente e sperando che questa mia, sia un qualcosa di costruttivo da cui prendere spunto per migliorarci e crescere tutti.

Cordialmente Vi saluto Immacolata Compare