Cervinara: “Un sorriso per amare, un sorriso per vivere”

Redazione
Cervinara: “Un sorriso per amare, un sorriso per vivere”
Cervinara: "Un sorriso per amare, un sorriso per vivere"
Cervinara: “Un sorriso per amare, un sorriso per vivere”. Solidarietà, inclusività, unione. Partecipazione, comunanza, condivisione. Umanità, amore.. Soltanto un anno fa, appena lo scorso Giugno, veniva inaugurato nella piccola comunità cervinarese un luogo di cui queste parole  sarebbero divenute vere,vissute e praticate: la “Casa del Sorriso”.

Luogo di speranza

Nata circa un anno fa e oggi coordinata dall’ Unità Pastorale di Cervinara, la Casa del Sorriso è un luogo di speranza.
Un luogo di scambio reciproco, di fratellanza, di altruismo, in cui l’assistenza ai più bisognosi e il sostegno dell’altro non sono solo vuote parole astratte, meri doveri pastorali.
Attraverso attività inclusive, ricreative, educative informali e di partecipazione, infatti, essa concede a giovani e bambini affetti da svariate disabilità l’occasione di integrarsi all’interno della comunità. Ne stimola la crescita, influenzando molteplici ambiti: da quello cognitivo e neuro-motorio, a quello emozionale e comportamentale, fino alle abilità sociali e alla qualità della vita.

Gli scopi del  progetto

Il progetto, inizialmente a sola iniziativa privata e senza fondi esterni, ha previsto infatti sin dagli esordi una serie di attività che spaziano dai laboratori di Arte, Musica e Cucina fino alla Cura dell’Orto, che vede a sua volta la collaborazione con l’Associazione “Terra mia”, rendendo così possibile l’acquisizione di conoscenze finanche in materia di sostenibilità e di educazione ambientale.
Ma non solo: dedica altresì tempo allo sport, tramite la presenza di fisioterapisti, sedute di psicomotricità, attività prettamente ludiche, quali partite di calcetto e pallone. Uno spazio fondamentale, dunque, per dare libero slancio alla creatività e stimolare le attitudini dei singoli ragazzi, i cosiddetti “ragazzi speciali”, tanto da aver fatto della Casa del Sorriso un vero e proprio punto di riferimento non solo a livello locale, bensì per tanti paesi limitrofi.
E ancora: l’inclusione non riguarda  solo questi meragliosi ragazzi, ma anche tutti i partecipanti coinvolti, dallo staff dei numerosi volontari schierati in prima linea, fino ad includere genitori, attivisti, associazioni, e chiunque voglia donare, anche un solo sorriso.

Cultura dell’accoglienza

Le relazioni sociali, umane, che s’instaurano tra operatori e ragazzi, nonché tra i ragazzi stessi, favoriscono e promuovono percorsi di crescita, di sensibilizzazione e di stimolo per lo sviluppo e la promozione di una
cultura dell’accoglienza, dell’integrazione, dell’inclusione.
Perché, come lo stesso Don Daniele, membro dell’Unità Pastorale, insegna, l’inclusione è alla base del vero apostolato, ma soprattutto del Vangelo. Quel Vangelo il cui compito, la cui missione, è realizzare quanto più possibile il bene, la serenità e l’armonia di ogni essere, a partire, soprattutto, dai più fragili, da tutti coloro che necessitano di supporto, accoglimento, sostegno.
Ciò consente realmente di vivere e toccare con mano la Parola di Dio. Specie in quei momenti a diretto contatto con coloro che quotidianamente sperimentano sulla propria pelle la condizione del dolore, il dramma della disabilità, del disagio, della sofferenza, della mancanza di accettazione in virtù di una diversità soltanto presunta ma che, al contrario, non costituisce difetto o menomazione, bensì arricchimento, unicità, valore aggiunto. Sicché, alla Casa del Sorriso, la disabilità è solo negli occhi di chi guarda.

Il sogno di don Daniele

Un sogno che si realizza, per Don Daniele.Il sacerdote, appena giunto a Cervinara, aveva notato nella comunità  carenze simili in tale direzione. Il giovane prete , da sempr,  aveva coltivato l’ideale di ricreare, riportare lo spirito umanitario e solidale di una piccola, grande Lourdes nel microcosmo dei minuscoli contesti di provincia nei quali si trovava ad operare.
Per poter svolgere con carità ed indefessa abnegazione la propria attività pastorale e sacerdotale, maturata sin dagli esordi giustappunto nella cittadina francese.
Recentemente, alla Casa del Sorriso si è affiancato un nuovo progetto, denominato “Officina dei Sogni”. Analogamente al progetto preesistente, esso si avvale del supporto di professionisti ed associazioni territoriali.
Queste realtà  hanno concesso la propria disponibilità per arricchire e migliorare ulteriormente gli obiettivi di crescita e di inclusione sociale che sono le prerogative del La Casa del Sorriso. Grazie a loro  si potrà rispondere in maniera ancor più flessibile ai bisogni di giovani e minori disagiati sul territorio e, al contempo, si contribuir sempre più e sempre meglio alla costruzione di quella “civiltà dell’amore” che già Sant’Agostino andava predicando e auspicando.

Amare senza chiedere nulla in cambio

Quell’amore che spinge ad amare per primi, sempre, senza attendere d’essere amati.Quell’amore che considera l’altro come se stesso; che vede nell’altro se stesso.
Quell’amore vicendevole, perla del Vangelo, che esige che ci si faccia “uno” con gli altri; che “si viva” l’altro nelle sue sofferenze, nei suoi drammi, nelle sue gioie, nelle sue necessità, per poterlo efficacemente aiutare. E nell’aiutarlo, restituirgli il senso della vita. E nel restituirlo a lui, magari, restituire un senso nuovo anche alla nostra.

La gioia nel dare

Perché, per aiutare gli altri, occorre davvero rivoluzionare se stessi: farsi piccoli, umili, fino a sapersi inginocchiare davanti a loro, mettersi ai loro piedi. Eppure, in tale sacrificio non v’è pena, non v’è tristezza; scaturisce da esso, al contrario, la vera gioia. Perché, come afferma l’apostolo Paolo, “Ama Dio chi dona con gioia”; mentre, come il Maestro stesso disse: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere.” (Atti 30,25).

                                                                                                                                                                                    Serena Fierro