Clan Cimmino, pesanti richieste di condanna per il boss ed i suoi affiliati
È stata la giornata dedicata alla requisitoria del pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia, dott. ssa Parascandolo, quella vissuta nell’ambito del processo contro il boss Cimmino Luigi ed i suoi presunti affiliati in svolgimento con il giudizio abbreviato innanzi al Giudice dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Napoli – dott. Lucarelli.
L’inchiesta è relativa alla presenza della camorra nel prestigioso quartiere della città di Napoli, il Vomero, ove, secondo quanto accertato da precedenti sentenze definitive, da quasi venti anni, gli affari illeciti sarebbero nella mani di Cimmino Luigi, il quale, secondo gli inquirenti sarebbe stato capace di resistere alle inchieste come agli attacchi dei camorristi avversari.
Infatti, agli atti del processo, compare anche una intercettazione dove il boss Caiazzo, suo rivale, pare preoccuparsi delle alleanze che Cimmino potrebbe stringere con altri gruppi delinquenziali
Durante la discussione, il P.M. ha elencato al Giudice gli elementi a carico degli imputati, gravati sia dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sia, soprattutto, dalle intercettazioni, in particolare da quelle ambientali in carcere, avvenute durante i colloqui dei ritenuti affiliati con i loro familiari.
Il pubblico ministero ha rilevato che l’inchiesta ha permesso di certificare le attività criminali del clan Cimmino sul territorio napoletano, precisamente nella zona del Vomero.
A sostegno della propria tesi, il rappresentante della direzione distrettuale antimafia ha sottolineato che l’esito della fase preliminare del processo ha registrato la fondatezza delle accuse in quanto anche la Suprema Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi proposti dalla difesa degli imputati.
Ha colpito l’inciso del Sostituto Procuratore della Repubblica, prima di pronunciare le richieste di condanna nei confronti dei cinque imputati, finiti alla sbarra per gli affari del clan Cimmino : “Con le condanne degli imputati si spera di ridare il Vomero, bellissima zona di Napoli, ai napoletani”.
Queste nel dettaglio le richieste :
18 anni a Cimmino Luigi, pur chiedendo l’assoluzione in relazione ad una delle estorsioni tentate;
10 anni a Ferrante Pellegrino e Festa Luigi;
9 anni a Montalbano Raffaele;
8 anni a Palma Pasquale.
Nessun imputato, secondo il P.M., merita alcuna attenuante .
Dopo la pesante richiesta di condanna, collegato in video conferenza dal carcere di Milano, il ritenuto boss Cimmino Luigi, il quale di recente ha voluto nominare quale suo nuovo difensore l’avvocato Dario Vannetiello, ha comunicato al Giudice che la prossima udienza vuole rilasciare dichiarazioni in merito alle accuse a lui mosse.
L’udienza è stata rinviata al 6 ottobre, data in cui inizieranno le discussioni dei difensori, che proseguiranno anche alla successiva udienza del 12 ottobre, data in cui non può escludersi che venga emessa anche la sentenza .
Gli avvocati impegnati nella discussione sono Giovanni Esposito Fariello (per Cimmino Luigi), Valerio De Maio (per Palma Pasquale), Riccardo Ferone (per Ferrante Pellegrino) e Onofri Annunziata (per Festa Luigi).
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