Coldiretti e fondazione Una, Nessuna e Centomila contro violenza sulle donne

Un'alleanza molto importante

Redazione
Coldiretti e fondazione Una, Nessuna e Centomila contro violenza sulle donne

Coldiretti e fondazione Una, Nessuna e Centomila contro violenza sulle donne. Firmato a Bologna il protocollo d’intesa che avvia un percorso comune di sensibilizzazione, educazione e reinserimento lavorativo nelle aziende agricole . Presentato il progetto Libera, la prima birra da filiera agricola tutta al femminile, simbolo di rispetto, libertà e rinascita

Unire la forza dei territori al cambiamento culturale per dire basta alla violenza sulle donne. È l’obiettivo del protocollo d’intesa siglato da Coldiretti e dalla Fondazione Una Nessuna Centomila, che dà vita a un’alleanza strategica tra il mondo agricolo e quello della cultura e dell’impegno sociale.

L’accordo, firmato oggi a Bologna tra la presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila Giulia Minoli e il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini al Villaggio nazionale di Coldiretti, segna l’avvio di un percorso comune che attraverserà città, campagne, scuole, mercati e comunità, mettendo al centro le donne, le loro storie, i loro diritti e la loro dignità.

Il protocollo prevede azioni congiunte di sensibilizzazione, educazione e inserimento lavorativo rivolte a donne vittime di violenza, con il coinvolgimento di tutte le articolazioni del sistema Coldiretti: Donne Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Terranostra, Filiera Agricola Italiana e Consorzio Birra Italiana.

Le due realtà si impegnano a promuovere iniziative pubbliche di informazione e sensibilizzazione sul tema della violenza di genere nei territori; coinvolgere giovani e scuole in percorsi di educazione al rispetto e all’affettività; realizzare progetti di autonomia economica e reinserimento lavorativo per le donne sopravvissute a situazioni di violenza, attraverso le imprese agricole e sociali; sostenere la rete dei centri antiviolenza e le campagne di raccolta fondi della Fondazione.

“Questa alleanza nasce dalla consapevolezza che il contrasto alla violenza di genere non può essere delegato a pochi, ma deve diventare una responsabilità condivisa, diffusa, quotidiana – dichiara Giulia Minoli, Presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila –. In Coldiretti abbiamo trovato un interlocutore attento, concreto, radicato nei territori e capace di agire con determinazione e sensibilità. È un’unione che dà valore alla terra e alla cultura, al lavoro e alla cura, alla parola e all’azione”.

“Coldiretti mette in campo la forza delle sue imprese, la capillarità della sua rete e il valore della sua comunità per costruire, insieme alla Fondazione Una Nessuna Centomila, un percorso di cambiamento reale, fondato su educazione, lavoro e dignità – dichiarano il segretario generale e il presidente di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo ed Ettore Prandini –.

Questa alleanza nasce dalla volontà di affrontare una grave emergenza sociale: la violenza contro le donne. È un impegno che coinvolge tutte le articolazioni del nostro sistema, da Donne Coldiretti alla Fondazione Campagna Amica e Terranostra, fino ai mercati, alle aziende e alle scuole.

Un’azione corale, che affonda le radici nella nostra identità: essere presidio attivo nei territori, promuovere opportunità di autonomia e sostenere una cultura del rispetto e della responsabilità. Coldiretti è da sempre amica del Paese, vicina alle persone e alle fragilità. Con questo progetto vogliamo dare un contributo concreto alla libertà femminile, al fianco di chi, come Una Nessuna Centomila, ogni giorno costruisce, con coraggio e dignità, una società più giusta e inclusiva”.

Dal protocollo nasce il primo progetto concreto: “Libeera” una birra interamente realizzata da una filiera agricola tutta al femminile, con il supporto del Consorzio Birra Italiana, della Filiera Agricola Italiana e della Fondazione Campagna Amica. Il nome “Libeera” nasce dal gioco di parole tra “libera” e “beer”, evocando l’idea di una libertà che si coltiva e si condivide, sorso dopo sorso. Una birra che parla anche agli uomini, e che trasforma un gesto quotidiano in un messaggio di rispetto e consapevolezza.

Ogni fase della produzione – dalla coltivazione alla trasformazione – è firmata da imprenditrici agricole italiane che hanno unito competenze e creatività per dar vita a Libeera, una birra bionda, fresca e leggera, ispirata allo stile saison.

Una birra unica, nata da una ricetta pensata e costruita insieme da imprenditrici agricole italiane legate al Consorzio birra italiana: un lavoro corale in cui ognuna ha messo competenze, creatività e identità territoriale. Ogni ingrediente racconta una storia e un territorio, in una filiera tutta al femminile che valorizza tradizione e innovazione.

Dalla segale coltivata da Alessia Parisatto (Valle del Masero – Veneto), al luppolo prodotto da Michela Nati (Il giardino delle luppole – Emilia-Romagna) e da Federica ed Elisa Toso (Birrificio 2 Sorelle – Piemonte), fino ai malti selezionati: Pils e Monaco, lavorati dalle stesse sorelle Toso, e il malto di frumento puro Senatore Cappelli di Cecilia Farchioni (Malteria Italiana Artigianale – Umbria). Completano la ricetta il farro di Emanuela Laurenzi (Birra Alta Quota – Lazio), la scorza d’arancia di Chiara Zecca (Birra Salento – Puglia) e il coriandolo di Carmela De Lorenzo (Birrificio agricolo Serrocroce – Campania).

Il progetto si avvale del supporto tecnico di Ersilia D’Amico (Birrificio Del Vulture – Basilicata) affiancata da Giovanna Merloni (Ibeer – Marche), Cristiana Pichini (Cane nero – Toscana), Marta Pinna (Brass – Sardegna) e Chiara Tarana (Birra Turris – Emilia Romagna).

Il progetto si fonda su tre pilastri: sociale, con una parte del ricavato destinata al sostegno dei centri antiviolenza e dei percorsi di reinserimento lavorativo; culturale, con la promozione di una narrazione nuova e positiva della forza femminile; imprenditoriale, con la valorizzazione del ruolo delle donne nella filiera agricola italiana.

L’etichetta diventa parte integrante del messaggio: su ogni bottiglia sono riportati il numero 1522, il QR code per le donazioni alla Fondazione Una Nessuna Centomila e una breve sintesi del progetto.

Il design, essenziale e di forte impatto visivo, combina i toni dell’oro e del magenta – colori simbolo di libertà e rinascita – con la sagoma stilizzata di una donna che si libera da una gabbia, in un gesto di forza e speranza. A ogni bottiglia venduta, 20 centesimi vengono donati dalla Filiera delle donne della birra alla Fondazione Una Nessuna Centomila a sostegno dei centri antiviolenza e ai percorsi di reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, rendendo ogni acquisto un atto concreto di solidarietà.

“Questa birra non è solo il frutto di una filiera agricola tutta al femminile, ma il simbolo concreto dell’impegno collettivo che da sempre contraddistingue Coldiretti, che unisce qualità, identità e responsabilità sociale – dichiara Mariafrancesca Serra, Presidente Donne Coldiretti –.

Con questa iniziativa rafforziamo un percorso già tracciato da Donne Coldiretti, che da anni è accanto alle donne vittime di violenza attraverso progetti concreti di accoglienza, formazione e reinserimento sociale.

Ne sono esempio le Fattorie della Tenerezza, aziende agricole sociali che diventano luoghi di cura e rinascita; la campagna #ColtiviamoIlRispetto, che trasforma i mercati in spazi di consapevolezza; i progetti formativi come “Lavoro e Libertà”, che offrono strumenti per ricostruirsi un futuro dignitoso e indipendente.

Questa birra racconta tutto questo: un’economia che include, una filiera che sostiene, un’agricoltura che si fa alleata dei diritti. Un prodotto che è anche un messaggio: la libertà femminile si coltiva ogni giorno, insieme”.