Come i peccati capitali della nostra politica incidono sulla nostra unità nazionale
Una riflessione di Andrea Massaro su un tema molto interessante
Come i peccati capitali della nostra politica incidono sulla nostra unità nazionale( di Andrea Massaro). A proposito dell’identificazione dei simboli e le strutture ideologiche dei partiti politici, c’è da osservare che, nel dibattito sviluppatosi in questi giorni sulla rimozione di alcuni simboli o parte di essi nei vari simboli di partito, il fatto più singolare rimane quello del simbolo di Fratelli d’Italia.
Dove tuttora è ancora presente la “fiamma” di nefasto ricordo, la “fiamma tricolore”, associata al vecchio MSI, di vecchia e ottusa rimembranza fascista.
Il simbolo per una organizzazione, rappresenta l’essenza stessa della sua azione e, a maggior ragione per Fratelli d’Italia, che oggi governa e quindi dovrebbe rappresentare l’integrità nazionale con tutte le proprie istituzioni unite nel riconoscersi nella Costituzione antifascista.
Quella Costituzione antifascista su cui ha giurato anche il presente governo, è bene ricordarlo.
Ora questi signori servitori di questo Stato, non solo non gradiscono la parola antifascismo, ma non ne tollerano nemmeno la sua essenza sparsa nella Costituzione che per loro è come attraversare un fiume salato.
Quindi appare ogni giorno più chiaro che il loro proprio obiettivo è quello di demolirla, devastarne i connotati costituivi oppure scriverne altra a loro indiscriminato uso animalesco e anseriforme, dove gli animali veri sono assai più tolleranti.
E siccome di specie animali ne esistono sin troppe e tutti oggi godono di piena libertà, va a finire, secondo qualche loro brutta e malsana idea di marca totalitaria e nazista, che gli animali grossi e potenzialmente pericolosi quali tutti coloro che esprimono le proprie idee e conducono le loro democratiche battaglie di uomini liberi, sarebbero da rinchiudere in grosse gabbie per annientare qualsiasi fenomeno che si bolla come degenerativo e accompagnarli così alla domesticazione.
In effetti molti Italiani, persi in una nevrosi di massa, hanno pensato che da questi nostri nuovi governanti potesse venire qualcosa di buono, ma nessuno dei tanti Italiani, men che meno noi, ha sospettato che la parola “selezione” intesa come “dovremmo diventare o essere”, nell’accezione dovuta ad essa da questi governanti aggressivi, significasse, assassinio.
Assassinio di qualsiasi forma di confronto, di libertà e di partecipazione o peggio ancora di controllo democratico attraverso una stampa libera e un parlamento decoroso.
E al giorno d’oggi l’aggressività è uno degli istinti più deprecati e deprecabili, da far dedurre che i maggiori nostri problemi che oggi ci troviamo ad affrontare, siano quelli di natura etica e morale.
Perché se ci sentiamo toccati emotivamente dal comportamento di certi “animali politici”, ciò è sicuro indicatore del fatto che abbiamo scoperto intuitivamente una somiglianza tra comportamento animale e umano, di questi nevrotici infelici dell’eccitazione emotiva che ne inibisce l’attività razionale.
Soltanto quando si ama il proprio Paese dal più profondo dell’anima, e al tempo stesso lo si rispetta, si è in grado di fare proprie le sue tradizioni culturali e servirlo così nel modo migliore.
Ma, ahinoi, ogni esortazione che rivolgiamo a questi nuovi governanti, inclusi quelli locali, per impedire che distruggano i nostri beni più preziosi, viene da loro interpretato, ed era prevedibile, come un insidioso tentativo per sostenere l’odiato “sistema”.
Si rendono sordi e ciecamente protagonisti di un odio che divide scioccamente, spaccando ancor più il Paese, e resta ancor più difficile dare l’aiuto di cui si avrebbe bisogno a coloro che odiano lo sviluppo della cultura e dei valori insostituibili e degni di rispetto.
Sarà difficile fare loro capire che una cultura può estinguersi anche con la fiamma del loro simbolo e, viceversa è la fiamma del loro simbolo che deve estinguersi come una candela avvizzita.
E a proposito delle guerre purtroppo attualmente in corso, mi sembra interessante chiudere queste riflessioni citando le parole di un grande etologo del Novecento, Konrad Lorenz.
«Verrà il giorno in cui ciascuna delle parti in guerra, avrà la possibilità di annientare completamente l’altra. Forse verrà il giorno in cui tutta l’Umanità sarà divisa in due campi.
Ci comporteremo allora come le colombe o come i lupi? Sarà la risposta a questa domanda a decidere del destino dell’Umanità».