Con un cartone in fiamme minaccia di bruciare il camion e poi lo vuole accoltellare

Redazione
Con un cartone in fiamme minaccia di bruciare il camion e poi lo vuole accoltellare
Scoperto cadavere carbonizzato in un fosso

Con un cartone in fiamme minaccia di bruciare il camion e poi lo vuole accoltellare. I Carabinieri della Compagnia di Solofra hanno tratto in arresto un 57enne ritenuto responsabile dei reati di “Evasione”, “Lesioni personali”, “Minacce” e “Resistenza a pubblico ufficiale”.

Aggressione ad un autotrasportatore

Ristretto ai domiciliari, aveva deciso di estendere arbitrariamente il beneficio concessogli andandosene in giro in bicicletta. È accaduto ieri a Serino: mentre percorre via Terminio, verosimilmente per questioni di viabilità, il detenuto aggredisce un autotrasportatore. Con un cartone in fiamme, lo minaccia prima di bruciargli il veicolo e successivamente, impugnando un coltello a serramanico, di ammazzarlo.

Sul posto interviene una pattuglia della locale Stazione e quella dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Solofra. Invitato dai Carabinieri a mantenere la calma, da subito l’esagitato non fa mistero di non gradire la loro presenza e inveisce verbalmente anche nei confronti dei militari.

Una volta bloccato in un contesto di piena sicurezza e scongiurata dunque la possibilità di gesti inconsulti, il 57enne è stato condotto in Caserma e dichiarato in stato d’arresto, a disposizione della Procura della Repubblica di Avellino che ne ha disposto i domiciliari.

Omicidio Gioia, gli avvocati rinunciano alla difesa di Elena

Gli avvocati Fabrizio D’Urso e Vanni Cerino rinunciano all’incarico di difendere la 18enne Elena Gioia. Si tratta della ragazza, accusata insieme al suo fidanzato Giovanni Limata, di aver assassinato il padre Aldo.

Seconda rinuncia

Si tratta della seconda rinuncia da parte dei difensori. Anche l’avvocato Mario Villani aveva rinunciato a difendere Giovanni Limata. Ed ora il 23enne di Cervinara ha come difensori gli avvocati Kalpana Marro e Fabio Russo.

Ricordiamo che i due fidanzati dovranno rispondere di omicidio premeditato. Rischiano una pena severissima che potrebbe arrivare sino all’ergastolo. Non è chiaro perché i due avvocati abbiano rinunciato alla difesa di Elena.

Omicidio Gioia: il coltello sotto la lente degli esperti

Il coltello, modello cobra, che la polizia ha sequestrato nell’abitazione di Giovanni Limata in via dei Monti a Cervinara, verrà esaminato domani presso l’Università degli Studi Federico secondo di Napoli.

Incidente probatorio

Si tratta dell’incidente probatorio disposto dalla Procura della Repubblica di Avellino. La Procura intende stabilire se il coltello, usato per uccidere Aldo Gioia, la sera del 23 aprile, è stato usato solo dal 23enne di Cervinara.

14 coltellate per uccidere il 53enne che si trovava sul divano della sua abitazione di Avellino La Procura intende capire se possa aver partecipato o meno anche la figlia di Aldo, Elena Gioia, fidanzata 18enne di Giovanni.

La stessa che, sempre secondo l’accusa, avrebbe organizzato l’omicidio del padre che doveva essere una strage per tutta la sua famiglia.

La difesa di Giovanni Limata, composto dagli avvocati Kalpana Marro e Fabio Russo ha depositato la riserva circa l’incidente probatorio per gli accertamenti tecnici sul coltello.

In pratica, domani non ci sarà alcun esperto indicato dalla difesa. Ma gli avvocati Marro e Russo si riservano di effettuare la perizia in un secondo momento. Si tratta di una strategia difensiva che hanno adottato i deu legali.

Visita in carcere

Resta ancora da capire se chiederanno o meno una perizia psichiatrica per il loro assistito. La scorsa settimana, l’avvocato Kalpana Marro ha visitato in carcere Giovanni Limata. Il 23enne ha continuato ad essere quasi taciturno e sfuggente.

Giovanni ha solo ricordato che all’inizio della storia con Elena i genitori erano favorevoli. Tanto che la mamma aveva accompagnato diverse volte la ragazza a Cervinara.

Poi vennero fuori suoi precedenti penali e le cose cambiarono di colpo. Aldo Gioia, la moglie e la sorella di Elena non volevano che lei si legasse a quel ragazzo di Cervinara. In questo clima è maturato uno dei delitti più efferati nella storia della provincia d Avellino.