Concorsi truccati, ventimila euro ed il marcio che emerge
Ventimila euro e sei sistemato per tutta la vita. Ventimila euro e conosci le domande ai quiz. Fa niente se gli altri concorrenti sono costretti a sgobbare sui libri. Fa niente se saranno bocciati anche se preparati. Loro non hanno le conoscenze dei miei genitori, loro non hanno la possibilità economica di papà. Ventimila euro e muore la speranza di tanti ragazzi e famiglie perbene. Muore la loro dignità. Ventimila euro e viene seppellita la dignità dello stato, di un vice prefetto e di persone che indossano la divisa.
Concorsi truccati
L’inchiesta dei concorsi truccati racconta tante cose. Non si tratta solo di episodi di corruzione che possono interessare chiunque. L’inchiesta racconta un paese marcio, dove la scorciatoia, la conoscenza, la possibilità economica, l’avidità ed il disonore seppelliscono il paese perbene. Il paese fatto di genitori che insegnano ancora ai loro figli che è necessario impegnarsi e fare tanti sacrifici per raggiungere un obiettivo, per tagliare un traguardo. La cosa peggiore è che questo sudiciume arriva da un settore che è un orgoglio per il nostro tricolore.
Quante volte abbiamo lodato ed ammirato i vigili del fuoco che rischiano la loro vita per proteggere la nostra? E quante volte abbiamo gonfiato il petto d’orgoglio nel vedere un carabiniere, un agente di polizia, un finanziere gettarsi allo sbaraglio contro il pericolo? L’Italia resta orgogliosa di quei ragazzi in divisa, del loro sacrificio per uno stipendio da fame.
Orgogliosi
Orgogliosi di quei ragazzi , di quello che rappresentano. Allo stesso tempo, al di là della vicenda giudiziaria, sarebbe ora che sorgesse, spontaneo, un moto di ribellione, di schifo e di condanna etica verso tutte quelle persone che corrompono e che si fanno corrompere.
Con ventimila euro, forse, potranno comprarsi un futuro e compromettere quello di un ragazzo più meritevole. Ma non potranno mai comprarsi la dignità, quella non è mai stata in vendita e mai lo sarà.