Coronavirus: Conte chiede scusa per i ritardi dei pagamenti

1 Maggio 2020

Coronavirus: Conte chiede scusa per i ritardi dei pagamenti

«Il mondo del lavoro è messo a dura prova. Tanti vivono con ansia e preoccupazione questa emergenza Coronavirus, fra attività chiuse e prospettive di lavoro a rischio. Molti, durante la fase più acuta di questa emergenza, hanno lavorato negli ospedali, in strada o in ufficio per assicurarci assistenza, soccorso, sicurezza e beni essenziali».

A scriverlo in un lungo post su Facebook è il premier Giuseppe Conte. «Ho letto alcune vostre lettere, ho provato a vestire i vostri panni e ne ho avvertito tutto il peso – prosegue il premier – Sono sicuro che, con il rispetto delle regole adottate, in alcuni territori si potrà rallentare notevolmente la curva del contagio. E attività come la sua, rivolgendosi ad un parrucchiere, potrebbero rialzare prima del previsto la saracinesca: se abbassiamo il rischio di contrarre il virus e rispettiamo i protocolli di sicurezza, tanti clienti torneranno a tagliarsi i capelli senza essere bloccati dalla paura».

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«Lo Stato – si legge ancora – così come tutti i lavoratori, non ha mai trovato di fronte a sé una minaccia sanitaria ed economica come questa. Negli ultimi 50 giorni abbiamo dovuto mettere in campo uno sforzo economico pari a quello di intere manovre di bilancio realizzate nell’arco di 2 o 3 anni. Tanti hanno ricevuto un sostegno, altri lo riceveranno nei prossimi giorni».

«Ci sono stati e ancora continuano alcuni ritardi nelle somme da erogare – prosegue il premier – come pure complicata si sta rivelando la partita dei finanziamenti. Chiedo scusa a nome del Governo e vi assicuro che continueremo a pressare perché i pagamenti e i finanziamenti si completino al più presto».

«Non farò finta di non sentire i vostri consigli, le vostre sollecitazioni, la vostra rabbia, la vostra angoscia. Non cadono nel vuoto, non sono parole al vento. Sono piuttosto il vento che spinge più forte l’azione del Governo. Credo sia l’unico modo per onorare questo giorno, questo 1 maggio», ha chiosato il primo ministro italiano.

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