Coronavirus: dal 4 maggio i fidanzati si possono rivedere, ma attenzioni a baci e carezze
Quella di ieri è stata una giornata di liberazione per molte coppie di fidanzati che, dopo ore passate tra dizionari e sentenze, hanno capito che con quel termine così ampio, “congiunti”, domenica sera il premier Conte si riferiva anche a loro.
Sospiro di sollievo, in attesa dal 4 maggio di potersi scambiare baci ed abbracci. Attenzione, però, perché, se i politici in modo trasversale da Fratelli d’Italia a Leu sembrano aver preso a cuore le sorti delle coppie separate dal Covid c’è sempre qualcuno pronto a scavalcare la politica sul tema dei ricongiungimenti. Già prima dell’apertura del governo molti esperti avevano messo in guardia sulla possibilità di trasmissione del virus con i gesti di affetto ed eventualmente con i rapporti sessuali.
Ma che rischio c’è a riprendere l’attività col partner? Sul tema la scienza sembra meno divisa di quanto la si possa vedere alle prese col virus, dove ormai scienziati, ricercatori e virologi si sfidano a singolar tenzone in studi televisivi e pagine social.
In una recente intervista a Today Paolo Verze, docente di Urologia presso la Università degli studi di Salerno e Membro delle Linee Guida sulla Medicina Sessuale e Riproduttiva della Società Europea di Urologia aveva specificato che “se da un lato c’è una sostanziale garanzia che il virus non si trasmette a livello genitale, resta il problema della trasmissione con il contatto personale attraverso baci, carezze, insomma tutto ciò che fa da preliminare e corollario ad una buona intimità di coppia”. In pratica sono i preliminari la fase più rischiosa per l’eventuale trasmissione del virus anche in presenza di un partner asintomatico.
Evidenze raccolte anche dal New York City Health Department che aveva stilato una elenco di regole alle quali attenersi in caso di rapporti: tra questi c’era anche la restrizione del bacio, considerando diffusore del Covid e che andrebbe abolito o riservato a una cerchia strettissima di contatti sicuri.