Coronavirus: i limiti della didattica a distanza e l’abnegazione dei docenti

Redazione
Coronavirus: i limiti della didattica a distanza e l’abnegazione dei docenti
Valle Caudina: il 12 settembre si sperimenta IT - alert, nuovo sistema di allarme pubblico

Il coronavirus ha messo in ginocchio anche la formazione scolastica italiana.

In questi giorni docenti e studenti stanno sperimentando la formazione a distanza. Ma con connessioni internet lente, computer vecchi, difficoltà a realizzare aule virtuali.

Ognuno si muove come può, con grande sacrificio, senso di responsabilità e spirito di abnegazione pur di non lasciare soli i propri allievi.

Non sappiamo quale sarà l’evoluzione dei contagi o cosa accadrà domani, ma se dovesse permanere la chiusura delle scuole e delle università la formazione ne risentirebbe in modo serio.

Il corona virus ha messo in evidenza che il solo 4% dei corsi universitari sono attivati a distanza.

Le università (soprattutto quelle statali) non hanno investito in didattica innovativa. E questo è troppo poco soprattutto quando le università italiane a parole dicono di voler competere con le realtà internazionali.

Da questa crisi deve nascere la consapevolezza che un nuovo modo di far crescere e formare le nuove generazione deve essere impostato.

Al di là dei problemi che nascono quando si investe su una nuova tecnologia (dalla privacy alla diffusione di immagini) il corona virus deve spingerci a cercare nuove strade e nuove soluzioni per la formazione scolastica ed universitaria.

Ai docenti che si stanno prodigando per far sentire la scuola presente e agli allievi che sperimentano nuove forme di didattica va dato il massimo incoraggiamento.

Da queste difficoltà ne usciremo con senso responsabilità più forti e tenaci.

Sono le parole che il consigliere regionale Carlo Iannace ha affidato ad un comunicato stampa.