Coronavirus, il medico caudino in prima linea in Inghilterra

Il Caudino
Coronavirus, il medico caudino in prima linea in Inghilterra

Il Coronavirus è una pandemia che, differenza di quanto credevano in molti, ha iniziato a colpire in tutto il mondo e dunque anche in Inghilterra. Proprio per questo, il primo ministro inglese ha determinato anche in Gran Bretagna il “lock down”, cioè bloccare tutte le attività per evitare i contagi.

A combattere in prima linea il Coronavirus in Inghilterra c’è anche il medico caudino. Si tratta di Christiana Taddeo, cervinarese che da qualche tempo vive proprio nel Paese di sua Maestà. Christiana è “urology fellow” al Royal Liverpool Hospital e ha molta esperienza in “A&e accident and emergency”, in pratica il pronto soccorso italiano. Dunque quando parliamo di “prima linea” non è un modo di dire ma la nostra concittadina si trova a fronteggiare l’emergenza in trincea.

Nonostante un momento di influenza, Christiana non è positiva al Coronavirus. “Conosco il nostro sistema sanitario e quello inglese – spiega al Caudino – e so benissimo che da noi è molto abusato per la sua gratuità. In Inghilterra, invece, ci tengono molto all’immagine. Dunque tutto sembra pulito e brillante. In realtà qui all’inizio è stato molto sottovalutato”. La professionista cervinarese spiega che “ci dicevano, tranquilli non preoccupatevi è tutto sotto controllo.  Non avevamo protezioni, solo normali mascherine chirurgiche e camici usa e getta. La cosa che più mi colpisce è che qui il tampone lo fanno solo se devi essere intubato quindi credo che siamo ancora lontani dalla reale percezione della pericolosità di Covid-19”.

Ancora, dice: “L’ospedale ha quattro reparti pieni di sospetti Coronavirus. Sia in terapia intensiva che negli altri riparti ci sono casi sospetti e confermati, mescolati insieme a quelli che il virus non ce l’hanno. Quindi il peggio qui dovrà ancora arrivare”. Taddeo evidenzia: “Noi medici con influenza o sospetta malattia non abbiamo il tampone né alcun supporto. Dobbiamo restare a casa quattordici giorni per poi rientrare a lavorare. E se fossimo positivi? Non infetteremmo i nostri pazienti”.

Un pensiero infine alla Valle Caudina. “Mi auguro che tutti seguano le indicazioni fornite dalle autorità sanitarie: questa è una battaglia che non devono combattere solo i medici ma tutta la popolazione”. (immagine di repertorio)