Coronavirus: l’emergenza Covid-19 potrebbe consentire la scarcerazione di Raffaele Cutolo
” Sto male, sto male, avete fatto bene “. Con queste parole. Raffaele Cutolo ha risposto alla moglie che lo informava della richiesta di istanza di scarcerazione. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, Immacolata Jacone, moglie di Raffaele Cutolo, ieri mattina si è recata presso la stazione dei Carabinieri di Ottaviano, per telefonare al marito.
“Pronto Rafè, senti con l’avvocato abbiamo presentato istanza per la scarcerazione, ti chiederanno di firmare. Tu come stai? A questo domanda Raffaele Cutolo risponde che sta male, molto male. Il legale di Cutolo, Gaetano Aufiero, ha dichiarato che Cutolo non ha mai chiesto nulla allo Stato, fatta eccezione per l’inseminazione artificiale del 2001.
Cutolo, fondatore negli anni 70 della N.C.O., dal 1993 è detenuto in regime di 41 bis, ma per lui il carcere duro era iniziato già nel 1982, quando fu disposto l’isolamento presso il carcere dell’ Asinara. Nonostante questo non è mai diventato un collaboratore di giustizia, eppure avrebbe tanti segreti da raccontare.
Quando era il boss incontrastato della nuova camorra organizzata più volte si è incrociato con le trame degli anni settanta e determinante fu il suo intervento per la liberazione di Ciro Cirillo, l’assessore regionale democristiano rapito dalle Brigate Rosse. Le sue gravi condizioni di salute, già in passato, avevano alimentato l’azione del suo legale che ne ha chiesto più volte la scarcerazione.
L’emergenza Coronavirus adesso ha dato l’occasione al legale di presentare una nuova istanza di scarcerazione. Il penalista Gaetano Aufiero ha ribadito ai magistrati del tribunale di Sorveglianza di Reggio Emilia la necessità di permettere a Cutolo di scontare la pena agli arresti domiciliari.
Dopo la scarcerazione in queste ore di Pasquale Zagaria, a cui sono stati concessi i domiciliari perché gli ospedali sardi non potevano più garantire le condizioni di sicurezza dal contagio, anche il boss della Nco potrebbe godere dello stesso trattamento.
Cutolo è già stato trasferito in ospedale lo scorso 19 febbraio perché le sue condizioni di salute stavano peggiorando velocemente. Il 9 marzo poi è tornato in carcere ma dal 21 marzo, grazie alla circolare del Dap che ha chiesto di monitorare la situazione medica dei detenuti ultra-settantenni, potrebbe godere del beneficio dei domiciliari. Cutolo ha 78 anni e una serie di gravi patologie che avevano anche fatto temere per la sua vita. Il rischio di contrarre il Coronavirus nella struttura penitenziaria potrebbe risultargli fatale.