Coronavirus: lettera dell’arcivescovo di Benevento ai fedeli
Carissimi,
viviamo giorni difficili; voi sapete che, recependo norme emanate dall’autorità civile, la Chiesa che è in Italia ha sospeso temporaneamente le pubbliche celebrazioni.
Per analogia, tale situazione richiama quella vissuta dagli ebrei nella deportazione in Babilonia: anch’essi si trovarono privi del tempio, non potendo offrire i loro sacrifici.
“Ora non abbiamo più – questo il loro lamento – né principe né profeta né capo né olocausto né sacrificio né oblazione né incenso né luogo per presentarti le primizie e trovare misericordia” (Dn 3,38).
Restava la Scrittura: si sviluppò allora l’istituzione della sinagoga, dove il popolo, nell’ascolto della Parola di Dio, traeva il nutrimento di vita. È quanto siamo chiamati a fare anche noi in questo tempo.
Non dobbiamo però dimenticare la festa, per non cedere allo scoraggiamento e perché non tutti i giorni sono uguali.
Anche se non possiamo riunirci in celebrazione, possiamo però dare un segno pubblico per ricordare a tutti che il giorno del Signore è signore dei giorni.
Invito perciò i sacerdoti a suonare simultaneamente le campane, ogni domenica e nelle solennità di San Giuseppe (19 marzo) e dell’Annunciazione del Signore (25 marzo), alle ore 10, per un tempo di cinque minuti: in quel momento, le famiglie potranno riunirsi in preghiera nelle proprie case, per caratterizzare la festa in modo cristiano. Questo tempo, inoltre, ci chiama a testimoniare in modo ancor più intenso la carità verso i fratelli.
Vi ringrazio di cuore e di cuore vi benedico!