Coronavirus: pericolo contagio, le precisazioni del parroco e la risposta del giornale
Riceviamo dal sacerdote di Paupisi e pubblichiamo.
“Ieri sera “Il Caudino”, riferendosi a delle mie dichiarazioni ha esordito nel suo articolo con queste parole: “Coronavirus, un altro Parroco rischia di scatenare nuovi contagi. Una proposta che farà discutere, anzi, che sembra poter alimentare altri pericoli di contagio”.
Credo a questo punto sia necessario puntualizzare alcuni aspetti: 1. La statua del Sacro Cuore esposta sul sacrato della Chiesa di Paupisi non ha coinvolto nessuna assemblea se non quale piccolo segno posto “di una Chiesa in uscita e insieme alla gente” per i passanti.
2. Non ho mai parlato di Celebrazione dell’Eucarestia (intendendo: Celebrazione della S. Messa con la partecipazione dell’assemblea dei fedeli), ma di permettere a chi lo desidera di ricevere l’Eucarestia (cioè, la Comunione). 3. Nel pane Eucaristico noi rinnoviamo il Patto di Alleanza che nel suo Progetto (cioè, Piano) Dio ha su ognuno di noi.
4. Il Parroco, seguendo le dovute cautele, credo non possa privare un’anima dell’Eucarestia. Inoltre, si è più volte detto in questo ultimo mese che le varie Celebrazioni delle S. Messe in diretta streaming o Facebook permettono, insieme alla comunione spirituale, di alimentare e di vivere la propria fede in famiglia (intesa questa come chiesa domestica), in un momento in cui a causa del coronavirus non si può partecipare alla S. Messa tutti insieme in assemblea.
Chiarito ora questo, vi è un altro problema che, giustamente, ha sottolineato papa Francesco nella sua Omelia di S. Marta questo ultimo venerdì 17 aprile: 1. “C’è un grande popolo: stiamo insieme, ma non insieme. Anche il Sacramento: oggi ce l’avete, l’Eucaristia, ma la gente che è collegata con noi, ha soltanto la comunione spirituale. E questa non è la Chiesa: questa è la Chiesa di una situazione difficile”.
2.“La Chiesa, i sacramenti, il popolo di Dio sono concreti. È vero che in questo momento dobbiamo fare questa familiarità con il Signore in questo modo, ma per uscire dal tunnel, non per rimanerci. E questa è la familiarità degli Apostoli: non gnostica, non viralizzata”.
Di conseguenza, in riferimento a quanto appena riportato, la fede cristiana non è qualcosa di virtuale o una gnosi (cioè, una filosofia o una conoscenza spirituale), ma è qualcosa di ben concreto che si vive in quello che è “il centro e il culmine della vita cristiana”, e cioè, l’Eucarestia, per cui ricevere la Comunione Eucaristica è fare “comunione” con la Chiesa, che è Corpo Mistico di Cristo. Perciò, è un sacrosanto dovere pastorale ricordare ai fedeli che possono chiedere al Parroco di riceverla con le dovute cautele.” Don Raffaele Pettenuzzo
Nota della redazione. Sin qui le precisazioni di don Raffaele Pettunuzzo. Il Caudino non ha mai evidenziato alcun pericolo sull’esposizione della statua del Sacro Cuore. Discorso diverso, invece, attiene alla somministrazione dell’Eucarestia. Con tutte le cautele del caso, dare l’ostia benedetta ai fedeli resta un grande veicolo di contagio.
Anche perché, come dice lo stesso don Raffaele, i fedeli dovrebbero avvisare i parroci che sarebbero costretti a fare giri infiniti, casa per casa, procurando problemi per loro stessi e per i fedeli. Profondo rispetto per la sacralità dell’Eucarestia, profondo rispetto per tutti quei fedeli che sono costretti a restarne senza, ma ci attendiamo dalla Chiesa comportamenti responsabili che aiutino a fermare l’epidemia.