Coronavirus: più domiciliari e colloqui telefonici, le disposizione di Conte sulle carceri
Nel decreto presentato ieri sera dal premier Conte sono contenute anche delle direttive per le carceri italiane, tema molto caldo dopo le recenti scarcerazioni eccellenti e le rivolte delle settimane precedenti.
In ambito penitenziario, “i casi sintomatici dei nuovi ingressi sono posti in condizione di isolamento dagli altri detenuti, raccomandando di valutare la possibilità di misure alternative di detenzione domiciliare”. E’ quanto si legge nel testo del dpcm firmato ieri sera dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
“I colloqui visivi si svolgono in modalità telefonica o video, anche in deroga alla durata attualmente prevista dalle disposizioni vigenti. In casi eccezionali può essere autorizzato il colloquio personale, a condizione che si garantisca in modo assoluto una distanza pari a due metri. Si raccomanda – prosegue il provvedimento – di limitare i permessi e la semilibertà o di modificare i relativi regimi in modo da evitare l’uscita e il rientro dalle carceri, valutando la possibilità di misure alternative di detenzione domiciliare”.
Anche queste disposizioni faranno discutere, come già è avvenuto per le scarcerazioni eccellenti, come quella del boss Pasquale Zagaria. Anche in questo caso, però, si tenta di evitare che in carcere possa scoppiare una pandemia.