Coronavirus. reddito di emergenza di 500 euro ad un milione di famiglie
Il menù è pieno di portate, ma la consumazione dovrà per forza di cose rapportarsi al portafogli. Il decreto di maggio, oramai non ci sarà più tempo per approvarlo ad aprile), partirà da una dote di 70 miliardi. Il governo è pronto a chiedere un nuovo sforamento di 40 miliardi di deficit, dopo i 20 miliardi di marzo. Altri 30 miliardi, che non peseranno sull’indebitamento, serviranno per coprire le garanzie pubbliche date alle banche per erogare i prestiti del decreto liquidità». Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico DIncà, ha spiegato che il voto sullo scostamento «ci sarà tra il 29 e 30 aprile». Nel frattempo si va avanti con le ipotesi.
E l’elenco dei capitoli del decreto continua ad arricchirsi: conferma e rifinanziamento delle misure già varate a marzo (dalla cig ai vari bonus per famiglie e imprese) e nuovi sostegni. Compresi gli indennizzi a fondo perduto per le microimprese.
In questo caso si sta valutando di riconoscerli solo alle piccole e medie imprese che hanno subito perdite di fatturato superiori al 50%. Non ci saranno però, indennizzi legati al calo dei ricavi. «Nessun Paese li ha riconosciuti», dice una fonte vicina al dossier. Ci saranno sicuramente degli sconti sugli affitti (le somme potrebbero essere scalate dai 25 mila euro da restituire alle banche) e sulle bollette (saranno sterilizzati gli oneri di sistema). Per gli indennizzi sarà stanziata una somma superiore ai 10 miliardi di euro. Ci sarà un tetto al contributo per singola impresa.
Sempre sul fronte canoni di affitto, si sta valutando anche la possibilità di allargare le misure già previste nel decreto di marzo. Il provvedimento prevede un credito d’imposta del 60% per le categorie C1 (negozi), si sta pensando di includere altre categorie catastali, come la D, quella degli alberghi, uno dei settori più colpiti dalla crisi. Il bonus per partita Iva e autonomi passerà da 600 a 800 euro, forse con un meccanismo più selettivo per ridurre la platea.
Ma ieri il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in audizione parlamentare ha parlato di un’erogazione automatica per chi già ha passato l’istruttoria per i 600 euro: «Pensiamo che chi ha già avuto il bonus non debba rifare la domanda di nuovo, ma gli saranno accreditati automaticamente i 600 euro o 800 euro se verranno aumentati». Finora i 600 euro sono stati erogati a circa 3,5 milioni di richiedenti (su 4,4 milioni di domande); 400 mila le domande respinte per mancanza di requisiti o sospetti frodi. Complessivamente sono in istruttoria 900 mila domande.
Sarà rifinanziata la cassa integrazione, ordinaria e in deroga, con l’estensione della durata. Attualmente (salvo in alcune regioni) si può richiedere per un massimo di 9 settimane entro fine luglio. I sindacati fanno notare che servirebbe la copertura fino a tutto dicembre, con un periodo ulteriore di almeno altre 12-13 settimane. «Chi ha attivato la cigo all’inizio dell’emergenza già a fine mese si troverà scoperto e ancora non si sa quando e come potrà ripartire con l’attività» segnala Luigi Sbarra, segretario confederale Cisl. Per il presidente Inps sono stati già spesi 15 miliardi (il decreto di marzo ne ha stanziati 5 complessivamente tra cigo, cigd, fondi bilaterali), ne serviranno almeno altri 25-30. Tra le nuove misure ci sarà anche un sostegno per colf e badanti, finora rimasti fuori da tutto: si pensa ad un indennizzo tra i 200 e i 400 euro, parametrato al tipo di contratto di lavoro (parziale o a tempo pieno).
Il pacchetto famiglia prevede la conferma del congedo parentale con ulteriori 15 giorni di permessi retribuiti al 50%, e l’introduzione di un bonus figli mensile tra gli 80 i 160 euro, a seconda del reddito del nucleo. A loro volta, i Cinquestelle spingono sull’introduzione del reddito di emergenza per chi non ha altri sussidi: un milione di famiglie, secondo l’Inps, alle quali si sta valutando di dare 500 euro.