Coronavirus: riaperture impossibili per le aziende di ristorazione, la denuncia dell’avvocato Fucci
La vicenda della irrazionale sospensione delle attività di tutte le aziende di ristorazione, delle pizzerie e pasticcerie, ma anche delle altre attività commerciali, si protrae con l’ordinanza della Regione Campania che consente la riapertura solo con i delivery, imponendo restrizioni che rendono impossibile la riapertura delle attività commerciali in Campania per l’80% dei locali. Le restrizioni impossibili riguardano sia l’aspetto sanitario che gli orari.
Infatti le riaperture sottoposte alle condizioni dettate dalla Regione rendono i costi insostenibili per le imprese: sanificazione obbligatoria, acquisto di dispositivi di protezione individuali come camici, sovra scarpe, guanti e mascherine, tutte a carico dei commercianti.
Nulla questio rispetto alla necessità delle precauzioni e, quindi, dei mezzi di protezione individuali, ma De Luca e il suo Governo Regionale, che vivono fuori dalla realtà, non possono immaginare che i commercianti, dopo 2 mesi di inattività totale, siano nella condizione economica per far fronte a questi oneri, che si aggiungono a quelli necessari per la riapertura di una attività commerciale come quelli per i dipendenti che, anche con la riapertura solo per le consegne, escono dalla cassa integrazione e dovranno gravare sui commercianti a fronte di entrate al momento incerte.
Impossibili da sostenere i costi anche in relazione agli orari di apertura e di consegna previsti dall’ordinanza Regionale che tagliano fuori una fetta importante delle consegne per pizzerie, ristoranti, gastronomie, pub e pasticcerie.
Infatti per i pasticcieri l’orario di apertura e consegna previsto è dalle 7 alle 14, mentre notoriamente lavorano di notte e vendono soprattutto la mattina e il pomeriggio; lo stesso vale per i ristoranti e le pizzerie ai quali sarà consentito l’apertura e la consegna tra le 16 e le 22 e, quindi, anche in questo caso, in un orario che taglia fuori una fetta importante delle consegne come la fascia oraria dalle 22 alle 24, notoriamente di maggiore affluenza.
A fronte della catastrofe che viene fuori dall’ordinanza Regionale che consente la riapertura con condizioni insostenibili, anche in considerazione del fatto che la maggior parte delle attività commerciali non sono organizzate per la consegna a domicilio, si registra l’assoluta assenza di interventi economici da parte della Regione per sostenere, nel più drammatico momento per l’economia, i commercianti almeno in ordine alle ingenti spese che occorrono per la riapertura.
C’è da domandarsi a questo punto che ruolo ha più la Regione quando abbandona a se stessa una fascia importantissima, sia in ordine al PIL che all’occupazione? È doveroso ricordare che in momenti di congiuntura economica, come quello del 2014/2015, peraltro di dimensioni meno catastrofiche di quella provocata dalla vicenda Covid, la Giunta precedente a quella di De Luca erogò, a fondo perduto, allorquando sono stato Assessore al Commercio e all’Artigianato della Regione Campania, circa 250 milioni di euro in favore dei commercianti, artigiani e piccoli imprenditori.
Quali sono, invece, gli interventi di sostegno economico dell’attuale Giunta Regionale in favore specificamente delle suindicate categorie nel periodo più drammatico, dal secondo dopoguerra ad oggi, di congiuntura economica?