Cronaca: sette arresti per corruzione, in manette giudice irpino
Cronaca. Altre sette persone, tra le quali un professionista irpino, indagate per corruzione in atti giudiziari, sono finite in carcere, oggi, nell’ambito dell’indagini svolte dalla Guardia di Finanza che, lo scorso 15 maggio, hanno portato di 14 persone. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale di Salerno ed eseguita dalle Fiamme Gialle.
Le accuse
I nuovi accertamenti investigativi, svolti dopo la prima ordinanza cautelare, hanno permesso di acquisire nuove prove di colpevolezza nei confronti di altri pubblici ufficiali ed imprenditori. In particolare, alcuni indagati già arrestati, hanno ammesso, nel corso degli interrogatori, le proprie responsabilità in relazione agli episodi di corruzione loro contestati ed hanno raccontato di altri casi di corruzione a loro carico e di altri indagati. Tali dichiarazioni sono state riscontrate in relazione a ulteriori dieci sentenze di secondo grado, pronunciate dalla Commissione Tributaria Regionale-Sezione distaccata di Salerno, il cui iter procedimentale risulterebbe essere stato “pilotato” a favore dei ricorrenti privati in cambio di somme di denaro corrisposte a “titolo corruttivo”. Sulla base delle nuove indagini, considerando anche le dieci sentenze ricostruite nella prima fase dell’inchiesta, sale ora a venti il numero dei provvedimenti di secondo grado “pilotati” dal 2016 a maggio di quest’anno, sempre con il medesimo risultato finale e cioè l’accoglimento del ricorso a favore del contribuente. Tra i capi di accusa provvisori per i quali il Gip ha ravvisato la presenza dei gravi indizi di colpevolezza vi sono la cancellazione di un debito con l’Erario di oltre 35 milioni di euro ottenuto da una società di Sarno; per un’altra società di Angri, l’indebito vantaggio ottenuto supererebbe i 5 milioni di euro; per una terza società di Avellino, invece, la somma contestata dal Fisco e annullata dai giudici raggiungerebbe quasi il milione di euro.
Gli arrestati
Tra gli indagati vi è un professionista di Avellino il quale, dopo aver ricoperto per anni l’incarico di giudice tribunario a Salerno, da settembre del 2018, fa parte del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, il massimo organismo di autogoverno dei giudici tributari a livello nazionale. I fatti a lui contestati, concorso in cinque episodi di corruzione in atti giudiziari, sono stati commessi non nella qualità di giudice tributario, né di quella di Consigliere, ma quale intermediario corruttore che agiva avvalendosi della conoscenza diretta del personale amministrativo e dei giudici tributari di Salerno. Tra gli arrestati vi sono anche un giudice tributario non togato, un segretario della Commissione Tributaria Provinciale, un produttore televisivo dell’Avellinese, altri quattro tra imprenditori e commercialisti della provincia.
“