Cronaca: morire sul lavoro alla vigilia del Primo Maggio
Peggiore vigilia per il Primo Maggio non ci poteva essere. Una morte bianca, l’ennesima di un elenco senza fine, si è verificata poco fa ad Ariano Irpino. Un operaio di appena 38 anni è stato travolto da una pala di una gru.
Una morte che, ancora una volta, mette il dito nella piaga sulla sicurezza dei cantieri e dei luoghi di lavoro. Proprio in un momento in cui, siamo alla vigilia della ripresa di tante attività. La sensazione è che per i lavoratori i nemici stiano aumentando.
Dovranno far fronte agli atavici problemi sulla sicurezza, di cui mai nessuno si è voluto interessare veramente, e allo stesso tempo dovranno vedersela con il Covid- 19.
E coloro che, dal 4 maggio, rischieranno la vita, potranno considerarsi anche fortunati. Tanti lavoratori, anche il 4 maggio, resteranno a casa e nessuno sa come e quando potranno riprendere la loro attività.
Piove sul bagnato per la gente che fatica, anzi, piovono pietre. La pandemia sta cambiando le nostre vite, i nostri punti di vista e tante altre cose.
Quello che non cambia mai è lo sfruttamento, il caporalato, le buste paga fittizie, le finte cooperative, i contratti capestro ed i tanti altri modi per gabbare il mondo del lavoro, per mettere ipoteche sulla vita della gente.
Domani è il Primo Maggio, ma da tempo, troppo tempo, non c’è nulla da festeggiare. Ci sono morti da piangere, diritti usurpati, vite sfruttate.
Ed ora c’è anche il Covid- 19 a peggiorare tutto, a dare qualche alibi in più a chi ti dice o questo o niente. O questo, ossia, poche decine di euro per una giornata lunga più di dieci ore, o niente, ossia, resti a casa.
O questo, ossia, nessuna tutela e protezione, tanto la tua vita non vale niente; o niente, ossia, non poter portare neanche un pezzo di pane a casa. Oggi ad Ariano Irpino è morto un operaio, un uomo che si stava guadagnando da vivere, un’altra morte sul lavoro e la strage continua.