Cronaca: uccise la madre con un cacciavite. giudicato incapace di intendere e volere
Cronaca: uccise la madre con un cacciavite. giudicato incapace di intendere e volere. È stato ritenuto “incapace di intendere e di volere” ma sarà ugualmente sottoposto a processo. Si tratta del 33enne che lo scorso 22 novembre ha ucciso la madre Brunella Cerbasi, 55 anni, con un cacciavite. Una vicenda che suscitò grande sdegno per l’efferatezza del delitto. Ma già allora ci si rese conto che il 33enne aveva gravi problemi psichiatrici.
Valutazione
Ad esprimere la valutazione sull’uomo, con gravi problemi psichiatrici, è stata la consulenza disposta dal gup di Torre Annunziata Antonello Anzalone, dopo l’incidente probatorio effettuato l’11 dicembre.
Secondo il consulente, in particolare, però, il 33enne, difeso dall’avvocato Maria Laura Masi, è in grado di sostenere il giudizio. Ciò vuol dire che con ogni probabilità sarà sottoposto a processo. Non è da escludere che l’uomo, giudicato anche capace di reiterare il gesto e socialmente pericoloso, possa essere prosciolto. Ma dovrebbe essere sottoposto a misura di sicurezza con il conseguente affidamento a una struttura idonea a trattare la sua patologia psichiatrica.
Interrogatorio
Interrogato dagli inquirenti aveva riferito di essere «vittima delle fatture della scemità» della madre. Così aveva deciso di dire basta alle fatture. Lo aveva fatto, però, nel peggiore dei modi. Si era armata di cacciavite ed aveva ucciso la povera donna.
Vicenda drammatica
Una vicenda a tinte fosche, di cui è rimasta vittima la 55enne, ragazza-madre che aveva accudito il figlio sin da bambino sopportando i suoi improvvisi sbalzi d’umore. Lo aveva fatto praticamente da sola, in quanto si era anche separata bruscamente dal marito.
Cronaca: uccise la madre con un cacciavite. giudicato incapace di intendere e volere
Questa storia mette in evidenza la solitudine dei genitori che hanno figli problematici. Se non si è agiati, se non si hanno i mezzi, poco o niente si può fare. Le strutture sono davvero poche e molte poco funzionali. Senza contare che tanti genitori hanno anche remore ad ammettere i problemi dei propri figli.