Cultura: Milot in mostra a Pietrasanta fino al 31 agosto
Cultura. E’ stata inaugurata nei giorni scorsi, presso la galleria Spazio Dinamico Arte, la mostra Milot 2019 dedicata all’artista Alfred Milot che sarà aperta fino al 31 di agosto presso lo spazio espositivo a Pietrasanta. Una serie di opere che continuano nel loro percorso di esaltare sempre di più il senso di libertà e di unione tra le persone.
Milot aveva 19 anni quando a Durazzo salì su un barcone senza un soldo in tasca, senza vestiti di ricambio, senza una valigia. E senza neppure rendersi conto di quel che stava accadendo, venne risucchiato da una fiumana di gente che scappava in massa da un’Albania resa povera e senza futuro dalla fine del regime di Enver Hoxha. “La mia famiglia – spiega Milot – viveva nei “gulag”, eravamo schiavi dei campi, e a noi era vietato studiare perché condannati per sempre ai lavori forzati nelle campagne. Fu così che, per me, l’Italia divenne una sorta di terra promessa”. Approdato a Brindisi e casualmente arrivato in Campania, a Cervinara in provincia di Avellino, dove fu accolto dalla comunità e in particolare da alcune famiglie che lo aiutarono nella crescita.
L’arte di Alfred “Milot” Mirashi vive il travaglio del sacrificio, che si porta dentro, della fatica di chi ha dovuto, in certi casi, piegarsi per aprirsi al mondo. Un’arte che è espressione e testimonianza di un cammino che si manifesta nella tematica della chiave. La chiave diviene simbolo per il concetto di accoglienza, che, superando le differenze tra gli uomini, è il vero tema della sua produzione.
“Una chiave – sostiene lo stesso Milot – va utilizzata una volta sola per aprire porte e cuori. Dopodiché va piegata affinché non serva più a richiudere ciò che ha aperto”.
Ha partecipato ultimamente alla Biennale d’arte contemporanea di Pechino e ha vinto il primo premio di pittura al Water Cube; ha realizzato per il paese dell’Irpinia che lo ospitò, quando giunse in Italia profugo dall’Albania, una scultura da Guinness: una gigantesca chiave a forma di U alta 20 metri e pesante 40 quintali dal titolo “La chiave di Cervinara”. Le opere rappresentano un vero e proprio manifesto, come nel caso dell’autoritratto, dove lo stesso artista, nel gridare al mondo il suo messaggio libera tante chiavi intorno a sé: un messaggio che parte dalla sua terra per affermarsi in Italia e diffondersi nel mondo.