Da Cervinara alla Siria: il marocchino “fantasma” che ha vissuto tre mesi in Valle

Il Caudino
Da Cervinara alla Siria: il marocchino “fantasma” che ha vissuto tre mesi in Valle

Ha vissuto a Cervinara per tre mesi. Ha fatto tanti lavori: in un ristorante della zona, a lavoro nei campi.
Parliamo del marocchino che arrivato in Valle Caudina ha poi fatto perdere le tracce per arruolarsi in Siria.
Non è chiaro come sia arrivato nell’area, quali contatti abbia sfruttato: se sia venuto direttamente dal Marocco o abbia fatto tappe in altri posti.
Secondo i racconti degli inquirenti, l’uomo era una persona mite, mai fattasi notare per qualsiasi problema. Insomma: non una testa calda.
Secondo quanto scrive il Gazzettino, “Dalle indagini, a cui ha collaborato anche la Digos della Questura di Avellino, è emerso che il marocchino, da una utenza italiana, aveva contattato un’utenza turca usata anche da un coordinatore dell’Isis. L’intelligence italiana ha accertato che il marocchino avrebbe contattato un’utenza turca riconducibile a tre facilitatori dell’Isis che ad ottobre del 2014 aiutarono anche Maria Giulia «Fatima» Sergio, a raggiungere la Siria. Della vicenda si interessano le questure di Milano e Avellino e l’Ucicos. Il padre di Fatima, originario di Torre del Greco, successivamente avrebbe preso le distanze dalla figlia che insieme alla sorella Marianna aveva abbracciato il fondamentalismo. L’uomo, anche lui a processo (l’altra figlia, Marianna è stata già condannata), convertitosi in un primo momento all’Islam, ora avrebbe riconquistato la fede nel Cristianesimo”.
Nel corso della deposizione, ha ricostruito, attraverso l’analisi di una serie di intercettazioni, la rete dei foreign fighter che da vari Paesi, dalla Spagna alla Francia alla Svezia, sono partiti per unirsi all’Isis. E tutti per farlo hanno contattato, così come fece Fatima partita da Roma il 21 settembre 2014 per la Turchia (l’inchiesta a suo carico è nata da una «fonte confidenziale»), un’utenza turca riconducibile a un «coordinatore» dell’Isis e ad altri due soggetti che fornivano indicazioni pratiche per facilitare l’arrivo in Siria. «Quando arrivi in Turchia butta via il tuo telefono, prendine un altro ma non usare gli smartphone, usa quelli semplici non rintracciabili», diceva uno degli intermediari nelle telefonate.