Dai lupi mannari ai munacielli: le creature leggendarie del folclore campano
La Campania è una regione ricca di tradizioni uniche nel loro genere. Se tra queste spiccano principalmente le feste popolari e religiose, come la celebre festa di San Gennaro o la festa della Madonna delle Galline, il folclore locale è però anche ricco di creature leggendarie. Alcune di queste, come fantasmi e lupi mannari, sono diffuse in tutta Europa, ma nel territorio campano hanno assunto caratteristiche uniche; altre invece, come il munaciello, sono tipiche della regione e hanno spesso origini molto curiose.
Una versione alternativa di creature conosciute
La Campania, e in particolare la città di Napoli, sembra essere infestata. Sono infatti tanti i fantasmi avvistati nella regione, ognuno dei quali porta con sé una storia particolare. Tra questi spicca quello che infesta il caffè Gambrinus, locale considerato un’istituzione per Napoli. Il negozio ha visto la nascita del famoso caffè sospeso napoletano, grazie alla sua storia e bellezza rientra tra i Dieci Caffè d’Italia ed è stato set cinematografico per pellicole come L’imbroglio del lenzuolo del 2009 diretto da Alfonso Arau e distribuito in Italia da 01 Distribution. Quello che però non tutti sanno è che questo caffè ospita anche lo spirito di una bambina, che pare essere particolarmente ghiotta di torrone.
I pampanari sono invece i lupi mannari dell’Irpinia. Queste creature sono state maledette perché nate a Natale, lo stesso giorno di Cristo, peccando così di arroganza e, come ogni mannaro che si rispetti, anche il pampanaro si trasforma con la luna piena. È abbastanza facile sfuggire alle loro grinfie: basta salire tre gradini, mentre un bagno di zolfo rallenterà la trasformazione.
Se invece vogliamo cercare i vampiri in Campania dobbiamo però dimenticare i denti aguzzi e la sete di sangue tipica dei vampiri portati alla ribalta col Dracula di Bram Stoker, edito ancora oggi da Feltrinelli, né dobbiamo cercare giovani affascinanti ma letali come i personaggi di Twilight dell’autrice statunitense Stephenie Meyer e di Immortal Romance, la slot machine online di Betway Casinò i cui protagonisti sono dei giovani e attraenti vampiri moderni. No, chi si dice sia presente a Napoli è una persona realmente esistita: Vlad Dracul stesso. Sebbene quasi tutti concordino che la tomba del sanguinario nobile, la cui efferatezza ispirò Bram Stoker, si trovi in Transilvania, leggenda vuole che la figlia, mandata a crescere al sicuro tra le mura di Napoli, abbia portato e sepolto nella città il corpo del padre.
Creature uniche nel loro genere
Se molte creature leggendarie campane possono sembrare una rielaborazione di miti diffusi in tutto il mondo, altre sono invece uniche nel loro genere e strettamente legate al territorio campano.
La più famosa di queste è sicuramente il munaciello, creatura così amata da apparire anche in libri come Il bestiario d’Italia pubblicato sul portale online Monster Movie Italia o nell’opera teatrale in lingua napoletana La gatta cenerentola. Favola in musica in tre atti. Sono diverse le leggende attorno l’origine del munaciello. Alcuni dicono che fosse un uomo deforme realmente esistito, altri che sia solo di uno spiritello, altri ancora che in principio si trattasse di persone vere, addette alla gestione dei pozzi, che si intrufolavano nelle case sfruttando un sistema di canali. Il munaciello è uno spiritello ambiguo: può essere molto generoso, riempiendo la famiglia da lui scelta di ricchezze, a patto che questa non sveli a nessuno questo segreto, o può rivelarsi molto dispettoso mettendo in disordine e rubando in casa.
Creatura considerata un po’ l’antitesi del munaciello è la bella ‘mbriana, così amata dalla popolazione che Pino Daniele le dedicò perfino un album omonimo distribuito da EMI. Questo spirito, che se disturbato si trasforma in farfalla o geco, è invece amante dell’ordine e del pulito. Si affeziona molto alla casa in cui decide di stabilirsi e può diventare dispettoso e perfino letale in caso di disordine o di un trasferimento degli occupanti dell’abitazione.
È strettamente legato al folclore locale, pur non essendo una vera e propria creatura, il Noce di Benevento, leggendario albero la cui collocazione è ancora oggi incerta e attorno al quale sono nate molte leggende. Pare fosse venerato già dai tempi dei romani, per poi venire associato al culto longobardo di Odino. Le straordinarie caratteristiche di questo albero fecero infatti sì che secoli dopo secoli la venerazione verso di esso venne interrotta solo quando, sempre secondo la leggenda, il Noce fu abbattuto da San Barbato. Le più famose frequentatrici del Noce furono senza dubbio le janare, figure che simili a streghe ma con forti legami al paganesimo, le cui leggende vengono raccontate nel dettaglio da Gaetano Lamberti nel libro del 2019 Le janare edito da Il seme bianco. Tipiche dell’area di Benevento e di Caserta, le janare ebbero probabilmente origine dai culti di Diana e sono ancora oggi tra le creature leggendarie campane più famose.
Spaventose, dispettose, amanti del pulito, sono tante le caratteristiche tipiche delle creature leggendarie campane. Il folclore della regione è caratterizzato storie e superstizioni diffuse tramite rielaborazioni di miti noti anche fuori dalla Campania o grazie alla nascita di leggende legate a creature uniche nel loro genere, la cui storia dipende strettamente da quella del loro territorio e della sua popolazione.