Dalla critica letteraria al duello
Dalla critica letteraria al duello. E’ la mattina dell’8 agosto 1926. A Roma si preannuncia una giornata molto calda. La temperatura, però, è alta soprattutto per le violenti polemiche letterarie che nei giorni precedenti hanno sconvolto “l’intellighenzia” romana.
Il ceffone di Bontempelli
Agli inizi del mese, infatti, lo scrittore Massimo Bontempelli era entrato come una furia nel celebre caffè letterario Aragno a Roma. Con il sangue agli occhi, l’uomo aveva urlato: “Dov’e Ungaretti? Dov’è?”.
Una volta individuato, secondo le testimonianze dell’epoca, Massimo assestò un sonoro ceffone in pieno volto a “Beppe”. I motivi della contesa: un articolo del poeta ermetico sul quotidiano Il Tevere dal titolo “Le disgrazie di Bontempelli”, in cui Ungaretti fa a pezzi Bontempelli e il suo “surrealismo”.
Lo schiaffo preso da “Unga”, però, è una onta che il poeta soldato non poteva tollerare. Il giorno stesso, inviò i suoi padrini a sfidare il collega ad un duello. La sede scelta fu il parco della villa di Pirandello a Roma.
Per il duello i testimoni di Ungaretti furono Mauro Ittar e Federico Verdelli, i testimoni di Bontempelli furono Mario Baratelli e Gabriellino D’Annunzio, figlio del Vate. A dirigere lo scontro il maestro d’armi Agesilao Greco.
La mattina del duello
E arriviamo alla mattina dell’8 agosto 1926. Il duello stesso diventa una occasione mondana con tanto di fotografi ed invitati tra i più importanti intellettuali romani. La contesa dura poco. Al terzo assalto, Bontempelli infilza il braccio di Ungaretti: la lama entra per tre centimetri. Primo sangue, duello interrotto con l’autore di “San Martino del Carso” sconfitto.
Entrambi soddisfatti per non aver perso la faccia e aver salvato l’onore. Ungaretti, però, vuole subito riappacificarsi con lo scrittore e da allora nasce una amicizia durata per molti anni.