Diocesi di Cerreto-Sant’Agata: L’Azione cattolica diocesana sostiene la candidatura di Riace a premio Nobel per la Pace
L’Azione Cattolica diocesana ha deciso di aderire alla proposta di candidatura del Comune di Riace per il Premio Nobel per la Pace 2019. La decisione del Consiglio diocesano di Ac di appoggiare e promuovere tale iniziativa, lanciata da Re.Co.Sol. – Rete dei Comuni Solidali e dal Municipio VIII di Roma e rilanciata dal settimanale Left, è per dare tutto il sostegno possibile ad un modello di una fraternità fra i popoli possibile da perseguire continuamente. Un modello, quello di Riace sull’integrazione, da imitare e non da ostacolare, sabotandolo pezzo dopo pezzo. “Riace – si legge nella motivazione della proposta di candidatura al Nobel per la Pace – è conosciuta in tutta Europa per il suo modello innovativo di accoglienza e di inclusione dei rifugiati che ha ridato vita ad un territorio quasi spopolato a causa dell’emigrazione e della endemica mancanza di lavoro. Le case abbandonate sono state restaurate utilizzando fondi regionali, sono stati aperti numerosi laboratori artigianali e sono state avviate molte altre attività che hanno creato lavoro sia per i rifugiati che per i residenti”. Questo vuol dire che l’esclusione sociale che si sta adoperando nel nostro Paese, in questo momento, sulla pelle di vite innocenti, non può essere una via percorribile. “Quanto sta accadendo – afferma il presidente diocesano dell’Ac Giovanni Pio Marenna – non può non farci riflettere, né farci rimanere in silenzio. La nostra coscienza non può essere complice e connivente di provvedimenti ingiusti che fanno a pugni con i principi di umanità. Il nostro percorso di ricerca da credenti non può convivere con forme di rifiuto, d’intolleranza e di discriminazione. La mancanza di umanità è fuori dall’unica regola del Vangelo, quella dell’amore. Il sostegno alla candidatura di Riace serve anche a ribadire tutto questo: difesa della dignità della persona, salvaguardia della vita e dell’accoglienza, attraverso l’attenzione dell’altro e la cura delle relazioni”. Tutto questo passa per un lavoro concreto di informazione sul territorio per aiutarci a formare un pensiero consapevole e critico che vada al di là delle semplificazioni, delle retoriche superficiali, dei luoghi comuni e delle strumentalizzazioni. “Sentiamo questa come una forte responsabilità. La nostra fede non ha nulla a che vedere con la disumanità. Se, poi, aggiungiamo che da cittadini non possiamo non essere rispettosi dei valori umani e civili che, come sancito dalla nostra Costituzione, devono essere garantiti ad ogni essere umano, è chiaro che certi comportamenti e certe scelte brutali vanno tranciate di netto. E bisogna dirlo apertamente. Non possiamo né tacere, né restare indifferenti, né divenire complici e conniventi. Non dimentichiamo mai che dietro gli sbarchi e le fredde statistiche ci sono uomini, donne e bambini in carne ed ossa, ai quali sono negati diritti umani fondamentali”. I migranti – recita l’appello congiunto “Restiamo Umani” di Cei, Tavola Valdese, Comunità di Sant’Egidio e Federazione delle Chiese evangeliche – “non possono essere vittime tre volte: delle persecuzioni, di chi li detiene in campi che – come varie volte attestato dall’ONU – non tutelano i diritti umani essenziali e di chi li respinge in quegli stessi campi e in quelle umiliazioni. Soprattutto per noi che ci diciamo cristiani, così come dovrebbe essere per ogni essere umano, omettere il soccorso a chi giace sulla strada o rischia di annegare è un comportamento disumano di cui si può solo provare vergogna.”. Ecco perché supportare la nomina del Comune di Riace per il Nobel della Pace è un atto di impegno civile e un segnale forte per l’Italia e per l’Europa.