Distretti turistici: le comiche di Biancardi sulla pelle dei caudini
di Gianni Raviele
Qualche tempo fa, mi è capitato fra le mani il ritaglio di un giornale provinciale in cui si dava notizia di una festa a Taurasi per la presentazione di un distretto turistico, denominato favolisticamente “Del Principe e dei Tre Re”. La struttura tiene insieme grossa parte della valle del Calore e delle terre delle tre Doge, i vini eccellenti dell’Irpinia.
Ventiquattro distretti
Ho cercato altre notizie e ho appreso che la nostra regione è stata divisa in 24 distretti e che le meraviglie della Campania, così ripartite, sono state presentate alla Borsa Mediterranea del turismo, che si è svolta a Napoli nel marzo scorso.
Approfondendo il tema, ho accertato che c’è anche il distretto Partenio, istituito dal ministero dei Beni Culturali nel gennaio dello scorso anno e comprende questi comuni: Avella, Capriglia, Grottolella, Mercogliano, Mugnano del Cardinale, Ospedaletto, Pietrastornina, San Martino V.C., Sant’Angelo a Scala, Summonte e, aggregato, con apposito deliberato, Pannarano. In un documento non trovi menzionata né Cervinara, né Rotondi; e, sorpresa ancora maggiore, per i distretti della provincia di Benevento mancano Montesarchio, Paolisi e Airola. Stessa sorte per Arpaia.
Naturalmente è presente nel distretto sannita, denominato Viaticus, Ceppaloni. E perché la quadriglia sia completa partecipano alla danza, nel distretto alta Irpinia, Nusco, Guardia dei Lombardi, Morra de Sanctis, Lioni, paesi degli eterni “lor signori”.
Per qualche distratto, si conosce anche il principale referente. Per il “Partenio” rivolgersi al sindaco di Summonte, Pasquale Giuditta.
Comitati
In una relazione del presidente del coordinamento regionale dei distretti turistici della Campania, Vincenzo Marrazzo, del settembre 2018 si preannunciava la costituzione, a breve, dei “comitati tecnico-scientifici dei rispettivi distretti”. Non so se l’adempimento sia avvenuto e mi farebbe piacere conoscere i nomi della platea degli esperti chiamati a darci i loro pareri e suggerimenti. Sarebbe anche opportuno sapere se, e in che misura, il loro impegno sarà retribuito.
Presumo, caro lettore, che tu abbia chiaramente capito quale strappo è stato compiuto nei confronti della Valle Caudina.
Territorialmente, noi che rappresentiamo un unicum incontestabile, un’area legata sin dai primordi della storia, siamo stati smembrati e dispersi. Non contiamo niente, addirittura, per i governanti e la burocrazia non esistiamo nemmeno geograficamente. Sui centri più popolosi è calata la mannaia di incartapecoriti funzionari e di insipienti politici che guardano alla Valle Caudina solo come serbatoio elettorale.
Il nefasto presidente
Vorrei chiedere al nefasto presidente della provincia, Biancardi, come si concilia il suo famigerato tunnel, che dovrebbe collegare il nostro territorio con la Valle di Lauro, anche a fini turistici, con un distretto focomelico, senza né capo né coda che sembra un disegno degli antichi cartografi egizi alle prese con il territorio della Nubia: quando non riuscivano a dare una identità o un nome ad un’area se la cavavano con la scritta efficace di “Hic sunt leones”.
Non siamo belve e nemmeno asini. Il raglio viene da Avellino, da Palazzo Caracciolo, dove spadroneggia Biancardi, sindaco politicamente polimorfo, di Avella.
E’ stato approvato dalla Provincia lo statuto della fondazione “Sistema Irpinia” che si “curerà di promuovere la cultura e il turismo nel territorio irpino.
Fondazione
La Fondazione avrà un Consiglio d’Amministrazione composto da 13 membri tra Confindustria, Camera di Commercio ed Unpli, ma anche un presidente ed un esecutivo, un direttore generale e un Comitato Scientifico, e durerà in carica 5 anni. Saranno istituiti 24 distretti turistici-Irpiniapoint, che saranno diretti ognuno da due laureati in Beni Culturali o Marketing Territoriale. E si lavorerà all’allestimento di un portale che metterà in rete tutte le attrazioni culturali come musei, castelli e parchi presenti in Irpinia. Il sito avrà la funzione di supportare gli operatori e le amministrazioni di tutta la provincia, oltre che di informare delle iniziative in cantiere ed in fase organizzativa. Tra le opere di rilievo su cui è stata già stanziata la somma di 3,6 milioni di euro vi è il castello di Gesualdo che per metà è di proprietà dell’Ente Provincia; per questa operazione è stata fatta variazione di bilancio in quanto occorre un milione in più rispetto agli iniziali 2,6 milioni preventivati.
Un comunicato fa sapere che Biancardi ha raccolto la disponibilità di 11 dei 13 componenti del consiglio di amministrazione. Naturalmente è lui, Duce in pectore, che ha scelto le personalità che gli terranno bordone.
Non faccio nomi ma credo che alcuni miei conterranei, da Mainolfi agli amici del Caudino avevano titoli e preparazione per poter promuovere la cultura e il turismo in Irpinia. Ma a Giove tonitruante interessava forse solo piazzare una unica persona: l’ex presidente della Fondazione “Avella, città d’arte”.
La Valle Caudina, che non è supponente città d’arte, appartiene per Biancardi al girone degli eretici.
Il mio editoriale si conclude con i film umoristici di una volta, con la comica finale. Il presidente della provincia è stato a Napoli ad una manifestazione della Lega e ha incontrato brevemente Salvini. A che titolo sia intervenuto al raduno, chi l’abbia invitato, quale sia stato il tenore del suo colloquio con il leader del Carroccio, impegnato nel reclutamento di sostenitori in Campania, non è dato sapere.
Il “Mattino” ha scritto che, forse, Biancardi potrebbe guardare con favore al “caporale”.
E’ arrivata l’indomani la smentita. Il presidente di Palazzo Caracciolo ha fatto sapere di aver raccomandato a Salvini l’Irpinia e di voler continuare a restare alla guida della provincia. Verificheremo, tra non molto, come si atteggerà Biancardi. Ha avuto, sinora, molti supporter anche ambigui. Qualcuno gli chiederà il conto e la trasparenza politica. Perché, come diceva Lincoln, ne puoi ingannare uno, due, tre ma non tutti.