Don Lorenzo Varrecchia: Ora è il tempo di vivere la Misericordia
Valle Caudina.
Papa Francesco, ancora una volta, ha spiazzato tutti.
La lettera apostolica “Misericordia et misera”, con la quale ha chiuso il Giubileo della Misericordia, sancisce che i sacerdoti potranno continuare ad assolvere le donne ed i medici che hanno praticato l’aborto.
Quella che era una concessione giubilare, ora diventa pratica corrente per la Chiesa di Roma.
Abbiamo chiesto un’opinione a don Lorenzo Varrecchia, amministratore della parrocchia di Sant’Adiutote vescovo a Cervinara.
Ecco il suo intervento.
“Mi è stata chiesta una impressione a caldo circa la lettera apostolica del nostro amatissimo Papa Francesco. Premetto, per ragioni di onestà intellettuale, che tali parole frutto della preghiera personale e comunitaria del Successore dell’Apostolo Pietro vanno sicuramente non solo lette alla luce dello spirito umano ma in modo particolare sotto l’azione dello Spirito di Dio; data anche la delicatissima materia trattata in quelle pagine e che traspare con immediata forza già dal suo titolo “MISERICORDIA ET MISERA” Pagine che tutti attendevamo e che il papa ci aveva spiritualmente promesso mentre annunziava all’ “urbe et orbe” viene chiusa la porta giubilare della misericordia, che ha rappresentato per noi (dal 8/XII-20/XI) richiesta, promessa ed auspicio della Divina Misericordia; ma non possono essere chiuse le ante del cuore di Dio che continuamente invita la nostra vita a far esperienza del Suo amore ricco di tenerezza, consolazione è perdono. Questo anno, infatti ci ha abituati a pensare Dio, a chiamarLo come il Misericordioso. Tutta la lettera apostolica mi ha fatto ritornare alla mente una frase che l’autore latino Publio Virgilio Marone ripeteva: “omnia vincit Amor et nos cedamus amori”(Bucoliche X,69). Tali pagine infatti non possono e non devono essere lette superficialmente a partire dalla fine, dai frutti, dagli effetti…si rischierebbe di essere dei faciloni trattando con poco rispetto il gran dono della Misericordia. La storia, d’altronde, ha già conosciuto uomini e donne capaci di “rubare” i frutti della conoscenza e dell’amore di Dio. Per comprendere i tre doni che il papa fa alla nostra storia in queste pagine bisogna saper far silenzio e aver il coraggio di fidarsi di Dio. Il cuore del messaggio di Papa Francesco non risiede nell’aprile le porte del perdono a coloro che hanno procurato fisicamente il grave peccato dell’aborto o a tutte quelle donne che lo vissuto sulla propria pelle (a cui va tutta la mia umana vicinanza e il calore del mio cuore pur dissociandomi fortemente dal gesto in se) bensì su quelle parole calde ed incoraggianti: “non c’è legge ne’ precetto che possa impedire a Dio di RIABBRACCIARE il figlio che torna da Lui riconoscendo che ha sbagliato MA DECISO a ricominciare da capo” (cit.). È qui la novità delle parole del Papa…mentre pensavamo fosse tutto concluso è giunto ORA il tempo di VIVERE la misericordia. Allora arrivo al dunque… Si vive di MISERICORDIA solo se e nella misura in cui si vive la MISERICORDIA. Molte volte vorremmo essere perdonati senza chiedere perdono…. vorremmo essere felici senza aver mai incontrato, forse solo sfiorato, la felicità. Tratta male queste pagine chi pensa di aver trovato qui una ulteriore giustificazione del proprio libertinaggio, il manifesto del”posso fare tutto ciò che mi piace”. Il papa va proprio nella direzione contraria, per poter essere felice l’uomo deve LIBERARSI dei suoi pesi, opera che solo Dio può fare con delicatezza e mano potente. La misericordia dunque diventa cammino… riscoprire la centralità della Messa domenicale non come dovere del “buon Cristiano” ma come momento di incontro vivo ed attivo con Gesù che anche a me e a te ripete” venite a me voi che siete affaticati” e di ringraziamento per l’amore vissuto e ricevuto, l’importanza della confessione sacramentale come tempo di liberazione e non come momento di morale mortificazione….infine la testimonianza della misericordia attraverso la rivoluzione del SILENZIO per spegnere i focolai di rancore che incendiano il nostro cuore e il cuore di tante società civili e religiose. Da qui ne deriva una grande concessione a tutta la chiesa…. i Missionari della MISERICORDIA continueranno la loro missione di annunciatori e testimoni del perdono donato da Gesù. L’apertura verso i “lefreviani” o conosciuti come Fraternità di PioX distaccatisi per motivi teologici e liturgici dalla Chiesa di Roma di riceve anche in questa Chiesa il sacramento della riconciliazione. A ciò che tutti aspettavano è il terzo dono. La concessione data a tutti i sacerdoti di assolvere, sia coloro che hanno procurato fisicamente e chirurgicamente l’aborto sia tutte quelle persone che direttamente e/o indirettamente hanno compiuto questo terribile atto. osa che rende anche me, sacerdote, sollevato e felice. Non c’è gioia più grande per il mio cuore che vedere un bambino, un giovane, un papà o una mamma, un anziano rimettersi in piedi dopo essere caduti, sapersi perdonati ed amati da Dio è esperienza unica; ogni peccatore infatti mi ricorda che io sono anch’io un peccatore che continuamente e ripetutamente bussa con forza al cuore di Dio per chiedere… abbi MISERICORDIA di me. Tutto questo,però, non mi toglie dal dovere di fare eco alle parole del Papa e ricordare a tutti noi che l’aborto rimane un gesto gravissimo in quanto pone nelle mani di un uomo ed una donna le sorti e la vita di un’altra creatura. Esso infatti provoca non solo una ferita dello spirito ma anche un graffio nella memoria del cuore che sarà poi difficile se non impossibile cancellare. In conclusione voglio ricordare che il miglior modo per amare è lasciarsi amare da Lui”.