Don Luigi Ciotti accende la speranza
Don Luigi Ciotti accende la speranza. Un prete, un pastore di anime, anche se 77 anni suonati, riesce ancora ad accendere la speranza a trasmettere valori condivisi, che fanno al di là del suo essere un sacerdote della chiesa cattolica.
Don Luigi Ciotti
Il miracolo riesce a don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, insieme di associazioni che lotta contro i soprusi di tutte le mafie. L’impegno di don Luigi nasce con la fondazione del gruppo Abele per il recupero dei tossicodipedenti.
Un impegno fondamentale per centinaia di giovani negli anni ottanta. Ma, oltre a recuperare questi ragazzi, don Luigi confrontandosi con gente come Pio La Torre e Giovanni Falcone capisce che bisogna contrastare le mafie sul loro terreno. Così nasce Libera e così nascono i mille progetti di queste associazioni che, anche se disarmate, fanno davvero paura al crimine organizzato.
Don Luigi è arrivato a San Martino Valle Caudina per prendere parte alla seconda manifestazione che le associazioni di Cervinara e San Martino Valle Caudina hanno organizzato come risposta al ferimento di Fiore Clemente e all’omicidio di Nicola Zeppetelli.
Una risposta forte, corale che è culminata con l’arrivo di don Ciotti e continuerà con la visita del capo della Procura della Repubblica di Avellino, Airoma, il prossimo 21 marzo a Cervinara.
Il prete che fa battere i cuori
Ed anche oggi, don Luigi ha fatto battere i cuori delle tante persone che sono venute ad ascoltarlo nella Sala Unicef. In prima fila le autorità, il prefetto di Avellino Spena, i vertici delle forze dell’ordine, il padrone di casa, il sindaco di San Martino Pasquale Pisano e tanti colleghi sindaci e poi tanta gente comune.
Tanti giovani, uomini, donne e bambini che chiedono solo di vivere in pace nella propria terra. Reclamano il diritto ad non aver paura a spostare le tenebre più in là. Ma la notte è in agguato , come in agguato è la sua scia di violenza.
Problemi complessi, per la cui soluzione questo prete di strada presenta ricette semplici. Le istituzioni devono fare le istituzioni, mantenendo la loro sacralità. Come devono fare il proprio dovere la scuola e la famiglia. Lo devono fare di più adesso che si esce da due anni di pandemia e la guerra bussa alle nostre porte.
Se il male è circondato dal bene non potrà proliferare indisturbato. Ed allora inondiamo di progetti le nostre città e le nostre periferie. Facciamo trovare mille opportunità ai giovani, creiamo speranza, speranza.
I cuori che vibrano
Don Luigi Ciotti sa far vibrare i cuori perché fa a pezzi la rassegnazione. Consegna le sue parole a tanti ragazzi presenti nella Sala Unicef e speriamo che ora questi ragazzi ne facciano tesoro e mettano gli adulti in difficoltà con l’impegno e la semplicità.