Don Nicola, un prete di cui Cervinara ha ancora bisogno
È la parrocchia più popolosa di Cervinara ed anche quella con più chiaro-scuri. Sant’Adiutore vescovo è così. Ricchezza e povertà, opulenza ed indigenza si sfiorano, come in nessuna altra parte del centro caudino.
Punti di riferimento? Pochissimi. Per i bambini c’è il plesso scolastico. Per tutti gli altri, dagli undici ai novanta anni c’è solo la chiesa.
Sarebbe meglio dire c’era la chiesa. Da più di un anno, il parroco titolare, don Nicola Taddeo si è ammalato. Ora, grazie a Dio, il peggio è passato ma don Nicola non può ancora tornare al suo gregge. I medici glielo impediscono perché già una volta è tornato troppo presto ed ha messo a rischio la sua vita. Ma senza di lui, tutto quello che è stato costruito in 25 anni, rischia di perdersi.
Non è mai piaciuto ai ben pensanti quel prete dall’aspetto bonario, ma piaceva ai ragazzi che sono diventati grandi e tanti di loro camminano sulla buona strada perché sul loro percorso hanno incontrato quel sacerdote.
Uno che non le mandava a dire e che dall’altare ha sempre tuonato contro le ingiustizie. Tanto che, nel luglio del 1998, la camorra tentò di zittirlo con un vile attentato. Ma non ci riuscì. Non piaceva ai ben pensanti ma piaceva a quella gente che aveva perso tutto e bussava alla sua porta.
Don Nicola Taddeo ha sempre aperto, privandosi di tutto per rispondere. Ha fondato la Confraternita Misericordia e tante volte lui stesso si è messo alla guida dell’ambulanza per rispondere ad una richiesta di aiuto.
Nessuno lo ha sostituito e quei ragazzi diventati uomini, con lui nell’Azione Cattolica e che ancora si impegnano nel volontariato, assistono con dolore al declino.
Le attività della parrocchia sono ridotte al minimo e vanno avanti solo grazie allo staff di educatori che aveva creato don Nicola ed anche grazie alle suore.
Per il resto, i preti arrivano, celebrano messa e vanno via.
Certo la chiesa, la domenica, per la messa delle dieci è piena, stracolma. Peccato che tra i banchi siano pochissimi quelli che vivono nel territorio della parrocchia di Sant’Adiutore vescovo. Quella gente non c’è.
Arrivano persone da tutta Cervinara, toccate dalla grazia divina o colpite da una suggestione collettiva, questo poco importa. Ognuno va in chiesa per cercare quello che vuole, magari se ci andasse per ascoltare la parola di Dio e non ad assistere ad uno spettacolo, sarebbe meglio. Ma questi sono fatti privati. Il fatto pubblico è che la chiesa di Sant’Adiutore non fa più missione. Non esce più per strada e va incontro al peccatore. Non ha più un pastore e chi vive in quella zona, lo capisce subito. Il degrado avanza, i giovani sono per strada ma la chiesa la domenica è piena. Solo questo importa?
Peppino Vaccariello