Ecoreati, Masiello (Coldiretti): La Campania torni a fare la Campania
“Bisogna recuperare i valori della terra di Campania, che altrimenti rischiano di essere calpestati dalla disinformazione. La legalità è precondizione per un cibo sano, per garantire produttori onesti e consumatori. La legalità autentica significa difendere il bene comune, attraverso la trasparenza, e dare sostegno a chi non ha voce”. Così Gian Carlo Caselli ha chiuso ieri il convegno sul tema “Lotta agli ecoreati, la Campania torna al futuro”, organizzato da Seconda Università di Napoli, Osservatorio Agromafie e Coldiretti.
Hanno aperto i lavori Gennarino Masiello, Presidente Coldiretti Campania; Marco Marzano de Marinis, Segretario Generale Organizzazione Mondiale Agricoltori; Andrea Baldanza, Vice Presidente Comitato Scientifico Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”; Antonio D’Amato, Procuratore Aggiunto – Santa Maria Capua Vetere.
A seguire le interessanti relazioni dei Docenti della Seconda Università di Napoli – Simonetta Conti, Antonio Lopes, Andrea Buondonno, Francesco Izzo – che hanno contribuito ad offrire chiarezza e verità ai dati scientifici emersi sulla cosiddetta “terra dei fuochi”.
A seguire la tavola rotonda sul tema “Quale futuro”, cui hanno partecipato Corrado Lembo, Procuratore della Repubblica – Salerno; Diana Russo, Sostituto Procuratore – Napoli Nord; Antonio Marfella, Dirigente Medico Fondazione Pascale – Napoli; Antonio Sciaudone, Seconda Università di Napoli; Gennarino Masiello, Presidente Coldiretti Campania; Simone Ciampoli, Direttore Coldiretti Campania; Giuseppe Paolisso, Rettore Seconda Università di Napoli. Ha concluso i lavori Gian Carlo Caselli, Presidente Comitato Scientifico Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”.
“Forse suonerà strano – ha spiegato il presidente Masiello – ma non vorrei perdere il vantaggio competitivo. Siamo in una fase molto delicata che rischia di smarrire l’immenso patrimonio della nostra regione. Ci sono stati tempi in cui qualcuno ci spingeva a fare fatturazioni false modificando la provenienza, pur di vendere i prodotti sul mercato. Ma noi non abbiamo mai smesso di affrontare la questione con coraggio e determinazione. Sono convinto che questa regione ha guardato prima di ogni altro in faccia il mostro, facendo emergere una patologia diffusa in tutta Italia e in tutto il mondo. Noi abbiamo chiesto da tempo una mappatura chiara. Abbiamo chiesto di monitorare ma anche di curare questa patologia, purché al danno non si aggiunga la beffa che chi lo ha creato provi ora a risolverlo. Noi siamo una terra che vanta una straordinaria ricchezza agroalimentare. Siamo quelli che hanno ancorato il proprio destino al territorio. Ed è un territorio che non può avere un brutto racconto, che va preservato e curato quando sta male. Questo è l’interesse del mondo agricolo e delle rappresentanze. La Campania deve ritornare a fare la Campania con determinazione. Ogni attore deve tornare a fare il suo ruolo. Si può supplire a volte ai vuoti, ma non deve diventare una prassi”.
“La miscela esplosiva della disinformazione – ha sottolineato infine Caselli – è stata tale da far credere come vere cose solo perché ossessivamente ripetute. Occorre ridurre al massimo le opacità. A tale proposito mi sembra ottima la proposta di un “bollino blu” per garantire le filiere produttive agroalimentari. La vicenda terra dei fuochi si ascrive ad un fenomeno ben noto: lo sterminio del significato delle parole. Pensiamo al termine “giustizialismo”, nato ai tempi del terrorismo, e che è entrato poi nel linguaggio deformandone il significato. Contro corazzate come Gomorra, libro e film, come i messaggi televisivi ossessivi, far passare un messaggio diverso diventa una strada in salita. Va comunque ricordato che la denuncia è importante, serve a ricostruire una coscienza civica. La nuova legge sugli ecoreati contiene elementi positivi, ma anche criticità. Bisognerà valutare ad esempio gli effetti dell’interpretazione di inquinamento legato al fatto che un’attività sia abusiva o meno. Nel secondo caso si potrebbe desumere che non si può parlare di inquinamento. L’importante è fare squadra, integrando conoscenze ed esperienze. Solo così si può raccogliere correttamente la denuncia, affrontarla e trovare soluzioni”.