Elezioni: cara Valle Caudina; ti scrivo

Il Caudino
Elezioni: cara Valle Caudina; ti scrivo

Cara Valle Caudina,
so benissimo cosa stai pensando del mio pezzo: un articolo sul clima elettorale nei tuoi Paesi, il 25  maggio? Si,…avanguardia pura!!! Ridi pure, cara, ma sappi che non sono io ad essere a corto di idee originali, al punto da sentirmi costretta a parlare dell’argomento del giorno, ripetendo quello che tanti, e meglio di me, scriveranno in proposito; no, stavolta, il problema lo hai tu, che questa campagna quasi non l’hai vista, che non hai sentito l’aria frizzante, conflittuale, sarcastica, dinamica, allegra e viva, respirata tante volte durante le passate tornate elettorali…
Non dirmi che ti aspetti sul serio che una come me raccomandi ai tuoi abitanti di andare a votare, ricordando che votare “è un diritto-dovere, è partecipazione, è democrazia”, che se ti rechi alle urne decidi tu e non gli altri, e blablabla…declinando a pappardella quello che ormai, già tutti sanno!!! Che poi, tra euro-scettici, euro-speranzosi, delusi e sedicenti rivoluzionari auspicanti regimi vecchi quanto te, qualcuno sicuro ci verrà ai seggi ad esprimere il voto di opinione, e magari, le tue strade, piene di gente col vestito del giorno di festa, saranno meno tristi. Tuttavia, non ti illudere più di tanto, lo sai che si dice in giro che tanti, troppi Caudini, in linea con una tendenza nazionale, abbracceranno il partito dell’astensionismo, per tutti i motivi su cui il fior fior dei giornalisti e gli avventori dei bar spenderanno fiumi di parola…
Ma poi pensa, qui non si crede più che la politica possa cambiare la tua faccia, o le Province campane, o l’Italia, ed io dovrei dire ai tuoi figli che il loro voto può influire sulle sorti dell’Europa, ibrido-organismo auspicato, sognato, violentato e bistrattato, sentito così lontano da te? E che gli spiego, alla tua gente, che questo cavolo di Parlamento europeo, unico organo a elezione diretta, alla fine, a parte le procedure di cooperazione e di parere conforme, ha solo compiti di approvazione di progetti normativi proposti dalla Commissione, o solo di codecisione, esprimendosi, al più, sull’approvazione del bilancio, insieme al Consiglio?
Mi sa che queste cose, alla gente che ha fame, alla gente che ragiona “di pancia”, purtroppo, non interessano proprio, non interessano più. Già te lo ha ben detto Peppino Vaccariello, che, su questa testata, ti ha ricordato che ci sono stati, durante questa campagna elettorale, pochissimi fac-simile o manifesti a sporcare la tua solita faccia, ed addirittura sono spariti  i cd. “galoppini” e (per fortuna) le odiose promesse del posto fisso, o di varie favole a cui nessuno crede più; anche i giovanissimi hanno espresso un disprezzo esplicito per tutto quel che concerne la “politica”; si, perché loro “mica sono ladri”?
No. Neanche noi siamo ladri, eppure, tutti, qualcosa lo abbiamo rubato anche a Te, cara Valle;  ti abbiamo sottratto, senz’altro, l’allegria e la diatriba fervente di quei giorni appassionati in cui, durante le elezioni, sembravi vivere le tue più belle primavere, e la vivacità di quell’aria frizzante piena di speranza, appena appannata dal pensiero della distanza tra il politico ed il possibile.
Tu, cara Valle, lo sai che io sono una svitata, una di quelle sempre convinte che la democrazia, la partecipazione, la libertà di espressione ed il confronto costruttivo possono cambiare il mondo, ed innanzitutto cambiare te…Ma come faccio a dirlo alla tua gente, depauperata, disillusa, arrabbiata, e non a torto? No, non posso, e non lo farò; solo- e che cavolo, almeno un desiderio voglio esprimerlo- vorrei tanto che in questa domenica di clima elettorale ci fosse il sole, e che ugualmente la tua gente si decidesse ad uscire di casa, a riversarsi nelle tue amate strade, ed andasse a prendersi un gelato, prima di sentire un forte, irresistibile istinto di “partecipazione”, di scelta tra quei soliti candidati ornati della “pelle di un vecchio serpente, vestito di nuovo”, ai quali si dovrebbe sempre poter dire “sei dove sei perché ti ci ho messo io”.
E poi, in mancanza, se proprio le opzioni non piacciono, spero che la gente non disdegni almeno la libertà di “bruciare” il proprio voto, se ritiene, perché anche quella è espressione di democrazia; o, forse, in questo delirio malinconico, mi basterebbe anche che tutti i Caudini, ai seggi, ci andassero comunque, perché Tu, cara Valle, almeno domenica, sia meno triste del solito.    

Rosaria Ruggiero
gentedistratta.it