Europee: cinque i candidati impresentabili, tra loro Berlusconi e Tatarella
Europee. A tre giorni dalle elezioni europee la Commissione parlamentare antimafia ha esaminato le segnalazioni delle Procure e ha decretato che sono cinque i candidati impresentabili in base al Codice di autoregolamentazione: quattro della lista Forza Italia e uno di CasaPound. Tra gli impresentabili di Forza Italia c’è anche Silvio Berlusconi e poi Pietro Tatarella finito nell’inchiesta su appalti e tangenti della Dda di Milano. L’ex premier è invece ancora sotto processo nel Ruby terb accusato di aver corrotto testimoni nei precedenti filoni dell’inchiesta. “Io impresentabile? Ho preso 200 milioni di voti e altrettanti ne prenderò domenica”, ha replicato stizzito il Cavaliere. Ed ha aggiunto: “Se c’è qualcuno che è andato contro la mafia sono io”.
Il presidente della commissione, il 5Stelle Nicola Morra, ha spiegato che le candidature segnalate sono “non conformi al codice di autoregolamentazione” perché si tratta di soggetti “rinviati a giudizio e con dibattimento in corso”.
In totale sono 12 i nominativi che erano stati segnalati per l’esame. Per Berlusconi l’Antimafia ricorda come sia imputato di più reati per corruzione in atti giudiziari. Nell’elenco figurano per Forza Italia anche Giovanni Paolo Bernini (condannato a marzo dalla Corte di Bologna per corruzione per atti contrari a doveri di ufficio) e Salvatore Cicu, imputato per riciclaggio, con dibattimento in corso al Tribunale di Cagliari.
Diversa la situazione di Pietro Tatarella, circoscrizione Nord Ovest, sottoposto ad istanza di custodia cautelare ma in attesa del riesame. Per CasaPound è stata valutata incandidabile Emanuela Florino, imputata per associazione sovversiva, banda armata, partecipazione, dibattimento in corso.
Dalle verifiche della Commissione parlamentare antimafia risulta un solo cosiddetto ‘impresentabile’ alle elezioni regionali del Piemonte che si terranno domenica. Si tratta di Riccardo Lanzo della lista Lega “Salvini Piemonte”, rinviato a giudizio per corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio