Export vino, dall’accordo con Alibaba (Cina) opportunità per la Campania

Redazione
Export vino, dall’accordo con Alibaba (Cina) opportunità per la Campania

Cresce l’export verso il Sol Levante, cresce l’attenzione per la qualità. Dopo l’accordo tra Governo e Alibaba, il gigante cinese del commercio elettronico, si aprono nuovi scenari interessanti per l’agroalimentare italiano e campano. Lo rende noto Coldiretti in occasione della firma dell’accordo per promuovere le eccellenze agroalimentari del nostro Paese e combattere i falsi. In particolare crescono le vendite in Cina di vino made in Italy, +12%  sulla base dell’analisi su dati Istat relativi ai primi cinque mesi del 2016. Il vino – sottolinea la Coldiretti – è il prodotto agroalimentare italiano più presente in Cina e rappresenta in valore oltre ¼ delle esportazioni complessive del Made in Italy a tavola (27%). Esistono tuttavia – continua la Coldiretti – ancora grandi opportunità di crescita in un Paese come il gigante asiatico che è diventato addirittura il principale consumatore mondiale di vino rosso davanti ad Italia e Francia.
Un dato che tocca anche la Campania, dove soprattutto in Irpinia e nel Sannio continuano a consolidarsi i rapporti commerciali con Pechino. Una sfida complessa per le dimensioni del mercato cinese e non solo. Peraltro, a differenza di quanto avviene nei Paesi tradizionalmente produttori, la domanda di vino dei cittadini cinesi continua a crescere ed ha raggiunto – precisa la Coldiretti – i 16 milioni di ettolitri nel 2015, 0,5 milioni di ettolitri in più rispetto all’anno precedente.
Purtroppo il commercio elettronico è uno dei canali ideali per la diffusione del falso Made in Italy. Ma in vendita su Internet anche il kit per il vino liofilizzato “Fai da te” con false etichette dei migliori vini Made in Italy che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose. Il vino in polvere – precisa la Coldiretti – non è diffuso solo in Paesi extracomunitari ma può essere facilmente acquistato anche direttamente anche in alcuni Paesi dell’Unione Europea, dalla Gran Bretagna alla Svezia. La pirateria alimentare sul web non riguarda solo il vino ma anche salumi, formaggi, conserve e altri prodotti pregiati del Made in Italy. La contraffazione, la falsificazione e l’imitazione del Made in Italy alimentare nel mondo – il cosiddetto italian sounding – supera per fatturato i 60 miliardi di euro, con quasi due prodotti apparentemente italiani su tre in vendita sul mercato internazionale, secondo una analisi della Coldiretti.