Gallo, la pezza peggiore del buco
Gallo, la pezza peggiore del buco. La replica del candidato sindaco di ViviAmo Rotondi, Pino Gallo, non si è fatta attendere. Il commercialista sottolinea alcuni temi che il suo competitor ha toccato per giustificare il discorso d’esordio nella campagna elettorale
Pensavo si fosse toccato il fondo, scrive il commercialista. Mi sbagliavo.
Una pezza per rimediare
Peggiore della gaffe è la motivazione che ha cercato di dare il mio sfidante politico, arrampicandosi sugli specchi, cercando di mettere “una pezza” per rimediare. Nella lettera aperta ai cittadini parla di “coscienza trasparente”, ma non chiede scusa.
Nemmeno una parola rivolta ai nostri concittadini, qualche parola invece l’ha spesa per noi cercando di ribaltare addosso a noi una responsabilità completamente loro. Incredibile. La faccenda viene da lui stesso definita “paradossale”.
In effetti è paradossale che, ancor prima di cominciare l’avventura amministrativa, un candidato alla carica di primo cittadino parli di “leggerezza”, di “stanchezza”. E come pensa di poter amministrare Rotondi per i prossimi anni?
L’ammissione era d’obbligo dopo il palese riciclo ma quando confessa di essersi affidato ad un amico per la scrittura del suo discorso d’esordio fa sorgere dei dubbi. Il programma glielo ha scritto sempre il suo amico?
Spiega che l’ha fatto per “guadagnare tempo”, non riesco a capirne il senso. Troverà poi il tempo da dedicare alla comunità? Vi assicuro che ce ne vuole. Aggiungo un’ultima cosa e poi voglio chiudere definitivamente il sipario su questo triste teatrino: invito il mio avversario a guardarsi bene intorno, se è stato davvero un suo amico a fare questo “copia e incolla” (gli crediamo?) probabilmente dovrebbe fidarsi meno di chi lo circonda.
Noi guardiamo avanti
Noi guardiamo avanti, la campagna elettorale prosegue e noi continueremo ad illustrarvi quello che abbiamo fatto e ciò che abbiamo in cantiere per Rotondi. Ci stiamo mettendo la faccia con lealtà e rispetto, come abbiamo sempre fatto in questi anni.
