Genitori No Dad pronti a ricorrere contro i sindaci
Genitori No Dad pronti a ricorrere contro i sindaci. “La chiusura delle scuole non può continuare a essere la sola misura di contenimento del Covid-19 in Campania. Non e’ possibile che l’unico diritto compresso sia, ancora una volta, quello all’istruzione”.
Scuole aperte
Cosi’ una nota del Coordinamento scuole aperte della Campania dopo l’esito della riunione di ieri dell’unità di crisi regionale sulla situazione dei contagi in ambito scolastico. In particolare, si e’ deciso di demandare a sindaci e prefetti la scelta di svolgere le lezioni in Dad oppure in presenza. “
Se la situazione sanitaria si fosse davvero tanto aggravata, come l’unita’ di crisi afferma, allora – prosegue il coordinamento – sarebbe necessario che, assieme alle scuole, chiudessero anche gli uffici, gli esercizi commerciali, le chiese, i bar e i ristoranti. L’andamento dell’epidemia nella nostra regione, però, è tale da farla rimanere ancora in zona gialla”.
L’auspicio della rete che si oppone alla didattica a distanza e’ “che i sindaci incaricati di amministrare le nostre comunita’ operino con senso di responsabilita’ ed equilibrio.
Monitorando con attenzione la situazione nei vari territori e senza assumere provvedimenti sproporzionati o irrazionali, contro i quali, ovviamente, agiremmo con tutti gli strumenti legali disponibili.
Poteri speciali
Il coordinamento, che nelle scorse settimane ha presentato ricorsi al Tar contro la chiusura delle scuole in Campania, ricorda che le decisioni assunte ieri dall’unita’ di crisi “non hanno conferito poteri ulteriori o speciali ai sindaci”.
Così, alla fine, come avevamo anticipato ieri, tutte le responsabilità vengono scaricate sui sindaci. De Luca ha evitato di firmare una nuova ordinanza di chiusura perché consapevole della spada di Damocle del Tar.
Il governatore ha raccomandato ai prefetti ed ai sindaci di porre in atto le dovute soluzioni. Ma, i prefetti non possono certo chiudere le scuole. Lo dovranno fare i primi cittadini. Ed ogni comunità risulta spaccata in due tra chi vuole la didattica a distanza e chi in presenza.
Il gioco dello scaricabarile è una pratica tutta italiana. Nessuno si assume le proprie responsabilità e si scarica tutto sugli. Questa volta, però, si dimentica che in ballo c’è la vita di tante persone.