Gente distratta: non è una Valle per donne…
Esiste un album di foto di volti e di tempi, che ogni bimba dovrebbe sfogliare, prima di decidere se vorrà diventare una donna di testa e di cuore, qui, nella Valle Caudina… E sfogliando, sfogliando…
C’è una vecchia con un fazzoletto nero annodato nei capelli, che guarda il suo Taburno innevato, e ripensa ai tempi andati, al profumo del formaggio, alle castagne sul fuoco, all’olio sul pane… Piange il suo defunto marito, che ha accudito per sessant’anni, ed ancora si vergogna della sua “fuitina d’amore”. Non si è vergognata tanto neppure quando ha raccolto le scatolette di carne degli americani, perchè qui ci si vergogna più dell’amore che della fame… Ma domani, senza la fame, la Valle sarà più bella.
C’è una donna di cinquant’anni, un fratello a “lamerica”, sei figli venuti al mondo non sa come, altrettanti morti ancora in fasce senza una ragione. Ma lei è fortunata, non fa la “gravunara”, come sua madre, ha un impiego da operaia nel tabacchificio. In quel posto è arrivata la tecnologia, lì non ci saranno mai roghi, perchè lo hanno ricoperto di un prezioso materiale ondulato, che chiamano “ternìt”, un materiale “eterno”. Tutti gli edifici della Valle sono coibentati con il “ternìt”, ormai: quello è il progresso, ed il progresso renderà la Valle più bella.
C’è una donna di quarant’anni con un bel lavoro, ha comprato un posto alle Poste venduto da chi li vendeva, o fa la supplente nei Comuni della Valle, calcando la terra in cui un fiero vincitore fece passare sotto il giogo i futuri conquistatori del mondo, calcando il suolo di Caudium. E la Valle è ancora magnifica, malgrado abbia fatto qualche inchino alla Terra, quei maledetti 23 novembre e 14 febbraio, malgrado le roulottes ed i prefabbricati… Ma lei può essere ottimista, i suoi figli guardano “Bim Bum Bam”, e la nuova televisione pubblicizza prodotti stupendi, che ben presto saranno alla portata di tutti; e lei li sogna, appisolata sull’erba, in un agosto assolato, su un Mafariello pieno di gente.
C’è una “giovane” donna, di un “giovane” relativo, una laurea, qualche master, un lavoro precario. Aspetta un figlio, ma non può tenerlo, nessuno glielo perdonerebbe, in questa Valle. E poi … magari la gente Caparezza non lo ha capito, ma a “ballare in Puglia” ci va’… Qui no … qui non viene nessuno, qui nessuno porta soldi, qui non c’è niente… E lei lascerà la sua Valle, perchè questa è una Valle senza futuro, questa non è una Valle per donne.
E poi c’è una giovane “vera”, due gambe da gazzella, che non sa niente di Curzio Malaparte, di Hemingway o di Kundera… ma chi se ne frega, si farà strada lo stesso… Non vivrà “di cuore” come sua nonna e sua madre, in questa maledetta Valle… troverà, fuori da qui, il suo posto nelle stanze dei bottoni … tanto faranno le “quote rosa”, la “parità di genere”, e ci basterà questo bravo, ottriato “Statuto albertino” del cavolo per avere un ruolo nel mondo.
E così, la bimba che sfoglierà il book capirà che forse la Valle non le ha mai perdonato di essere nata femmina, e non lo saprà se conviene vivere qui di “cuore” e di “testa”… Ma non deve pensarci, le scoppia la testa…
A’ cap…a’ cap è na’ sfoglia e cipolla…
Rosaria Ruggiero