Gianni Raviele e la panchina di piazza San Salvatore
Gianni Raviele e la panchina di piazza San Salvatore. Da San Salvatore a Santa Caterina, questo è il tragitto dell’ultimo viaggio terreno di Gianni Raviele. A Piazzetta San Salvatore si trova l’abitazione del giornalista, dove è spirato questa mattina presto.
La sua abitazione è l’antro magico dove leggeva, studiava e scriveva. Una scrittura minuta, minuta che parola, dopo parola mettevano insieme pagine indimenticabili. Santa Caterina è il nome del convento francescano del piccolo centro caudino, dove nella chiesa verranno celebrate le esequie.
Lutto cittadino
Domani, mercoledì 20 ottobre, a San Martino Valle Caudina, sarà lutto cittadino dalle 15 e 30 alle 17 e 30. Lo ha proclamato il sindaco Pasquale Pisano. La fascia tricolore ha anche deciso che la prima adunanza del consiglio comunale, fissata per sabato 23 ottobre, sarà preceduta da un minuto di silenzio.
Lutto cittadino e minuto di silenzio rappresentano un modo per esprimere il dolore sincero di San Martino per il suo don Giovanni, come tutti con rispetto ed affetto chiamavano Gianni.
La scelta di celebrare l’ultimo saluto all’interno della chiesa del convento francescano è stata naturale. Gianni era animato da una grande fede ed era fortemente colpito dalla figura di San Francesco. Tanto che se San Martino era il suo paese dell’anima, Assisi era la sua patria spirituale.
Da Dosseti al cardinale Martini
Gianni era un cosiddetto cattolico – democratico. Giuseppe Dossetti, don Lorenzo Milani, il cardinale Carlo Maria Martini hanno accompagnato la sua vita, il suo impegno ed il suo essere cittadino consapevole, sempre critico nei confronti del potere.
Il giornalismo, la scrittura sono stati vissuti per risvegliare le coscienze, per accendere la fiaccola del dialogo tra mondi culturalmente diversi. Sapeva ancora stupirsi e lo faceva anche semplicemente sedendo, da solo, sulla panchina che si trova in piazzetta San Salvatore.
In viaggio verso la Gerusalemme Celeste
Forse, in quei momenti pregava o continuava un dialogo con Dio che non ha mai interrotto ed ha sempre cercato anche nei momenti più bui che non mancati nella sua vita. Oggi quella panchina è vuota perché Gianni si è rimesso in cammino, in cammino verso la Gerusalemme Celeste, come aveva scritto nel suo bellissimo libro, L’uva matura.
Lo piangono i figli Angelo e Maria, la nuora Mena, le sorelle Anna, Gloria e Mirella, i nipoti Giovanni, Chiara, Gian Maria, Deborah e Golda. A tutti loro giungano le più sentite condoglianze da parte del direttore de Il Caudino Alfredo Marro e di tutta la redazione-