Giovannina Piccoli è sindaco della città di Sant’Agata de’Goti

Redazione
Giovannina Piccoli è sindaco della città di Sant’Agata de’Goti

Sant’Agata de’ Goti. La lista civica SiAmo Sant’Agata con 3584 preferenze ha ottenuto i 2/3 dei seggi in Consiglio Comunale. La Piccoli è l’unica donna eletta sindaco nella provincia di Benevento per questa tornata elettorale.

Un successo che la nuova Prima Cittadina di Sant’Agata de’ Goti commenta così: “Un risultato semplicemente straordinario. Sono stati premiati  l’orgoglio, la passione,  l’amore e il rispetto per i santagatesi e per Sant’Agata de’Goti. Agli avversari l’onore delle armi. La campagna elettorale è finita. Non voglio rievocare il passato ma mettermi a lavoro, subito, per il futuro, accogliendo e ascoltando tutti, con programmi e idee ben chiari. Ne ha bisogno questa città, ne ha bisogno questa popolazione e noi tutti ne siamo coscienti. Auguri e complimenti agli eletti ma soprattutto a chi, per ora, non siederà fisicamente tra gli scranni della Sala Consiliare di palazzo San Francesco. Tutti hanno dato un contributo essenziale per questa vittoria e tutti conteranno allo stesso modo. Nessuno escluso. Grazie e ancora grazie”.

 Una domanda che riguarda la “forma” avvocato Piccoli, che non è importante come la sostanza ma che in alcuni contesti conta e va rispettata. Preferisce essere chiamata Sindaco o Sindaca?

Ha detto bene, conta la sostanza ed io non mi offenderò né farò questioni di stile o di forma quando sarà chiamata “Sindaco o Sindaca”. Non sarà certo una vocale a consacrare il mio essere donna e non sarà certo un sostantivo che designa la carica,  scritto al maschile o al femminile, a stabilire la parità dei generi.

Userò il buonsenso, come sempre ho fatto nella mia vita, e sarò tollerante nei confronti delle oscillazioni nell’uso della lingua italiana, anche per quanto riguarda l’uso di “Sindaco o Sindaca”.

Faccio mie le parole del presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, che, al riguardo, qualche tempo fa,  si espresse in questi termini: << la lingua è una democrazia, in cui la maggioranza governa, i grammatici prendono atto delle innovazioni e cercano di farle andare d’accordo con la tradizione, e le minoranze, anche ribelli, hanno pur diritto di esistere, senza dover temere la gogna mediatica>>.

 Ora bisogna lavorare. Questo conta. Contano i fatti”.