Il Caudino: Le emozioni del trentennio

Redazione
Il Caudino: Le emozioni del trentennio

Bruna Marro ha così commentato l’intervista che il nostro direttore ha concesso a Usert-Tv in occasione della ricorrenza del trentesimo compleanno del giornale. Dell’intervista Bruna ha saputo cogliere la nostra commozione. Gliene siamo grati.
Il direttore Alfredo Marro

Riportiamo il testo delle considerazioni di Bruna, che merita di essere letto:
“Vedere il servizio di UserTv sui 30 anni di vita del Caudino mi ha emozionato e con un nodo alla gola ho pensato di condividere con voi questi brevi pensieri.
Ho 36 anni e di questi 30 li ho letteralmente divisi con la famiglia del Caudino.
Mio padre Pasqualino, così come i 5 “visionari” fondatori del periodico cervinarese, quando non erano in casa o impegnati per lavoro, erano al Giornale, come tutt’ora.
Che cosa ha significato per noi figli (penso ad Amalia e Angela, a Miriam e Stefania, a Pierluigi, Antonio e Cristian, a Gerardo, Antonio e Marina, ai miei fratelli) e per le mogli essere parte di questo progetto?
Ha significato condividere i loro sogni, le loro paure, le loro preoccupazioni, ma anche le loro soddisfazioni, ha significato intessere rapporti di sincera amicizia e profonda stima non scalfiti dal tempo. Ricordo le gite culturali organizzate da Alfredo, che ora rileggo non solo come momenti di svago, ma anche come occasioni di rafforzamento del loro affiatamento, per poi avere a disposizione gli strumenti per risolvere possibili future incomprensioni.
Nel guardare i loro volti, che iniziano ad essere segnati dalla saggezza del tempo, mi riaffiorano alla mente molti ricordi: gli albori del giornale nella casa a Castello di Ferdinando; la tavola pronta per la condivisione del pasto serale che restava intonsa perché c’era da finire il Giornale; il tavolo da architetto su cui “collezionare” le prime edizioni del mensile (ho vivido il ricordo di Ferdinando e di papà chini con righello e matita per impaginare bene gli articoli); il ticchettio delle macchine da scrivere per la composizione degli articoli; la terza e la quarta rilettura dei pezzi per individuare errori di battitura (maestro in questo Raffaele); l’approvazione degli articoli dal parte di Alfredo (a cui inviavi i pezzi con timore riverenziale e mano tremante); la campagna abbonamenti, perché per un giornale che MAI ha ricevuto finanziamenti pubblici, il consenso dei lettori significava certa vita per l’anno successivo; la raccolta della pubblicità per racimolare i fondi necessari; le serate passate in tipografia, in particolare ricordo dal Sig. Pecchillo, per la stampa del numero da mandare nelle edicole e da spedire; le grandi adunate in redazione per la spedizione postale, per la quale  bisognava rispettare un protocollo frutto di anni di esperienza, che prendeva l’avvio dopo la stampa dell’ultima etichetta (quando non si inceppava la macchina e si accumulavano ritardi non voluti); i confronti per la linea editoriale da scegliere rispetto agli eventi; le collaborazioni con le grandi firme del giornalismo; le riunioni di redazione e l’unione nel momento degli attacchi.
Insomma scene di vita che raccontano la quotidianità di piccoli sacrifici ma anche di tanta vita passata insieme nella condivisione di gioie e dolori e nella passione per la montagna (famose le loro lunghe camminate in montagna testimoniate dalle bellissime fotografie che si possono ancora ammirare in redazione).
E allora, anche se di parte, consentitemi un grazie ad Alfredo, Raffaele, Gianni, Paolo, Ferdinando (sempre vivo) e papà perché l’esempio che mi e ci avete dato in questi anni ci ha insegnato a gettare il cuore oltre l’ostacolo, proprio come avete fatto e state facendo voi, credendo, con lo stesso entusiasmo degli inizi, in questa storica “impresa”.

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Bruna Marro