Il covid e la strage di suore
Il covid e la strage di suore. Altre due suore sono morte per Covid-19 all’interno dell’istituto Cabriniane di Codogno, il comune in provincia di Lodi, tristemente famoso.
Infatti, in questo comune a febbraio dell’anno scorso era individuato il “paziente uno”, primo caso di Coronavirus. Nelle scorse settimane nel convento era scoppiato un focolaio e due suore ultra novantenni erano morte.
Oggi pomeriggio si svolgeranno le esequie
Secondo quanto riportato dal quotidiano “Il Corriere della Sera”, le ultime due vittime sarebbero suor Maria Tavernese di 81 anni e suor Anna Lazzaretti di 91 anni. Entrambe sarebbero morte a metà settimana in ospedale dove erano trasportate a causa dell’aggravamento dei sintomi.
Mercoledì erano celebrate le esequie delle prime due suore, in una cerimonia ridotta, mentre nel pomeriggio di oggi, sabato 13 marzo, si svolgeranno quelle per le malcapitate suor Maria e suor Anna.
Nelle scorse settimane erano risultate positive 16 religiose su 19 e nove operatrici della residenza sanitaria assistenziale vicina al Centro di spiritualità. Fortunatamente nessuno degli ospiti, tutti precedentemente vaccinati, è stato contagiato.
L’indagine interna avviata dalla cooperativa
Visto il consistente numeri di casi, la cooperativa che gestisce la Casa Cabrini di via Santa Francesca Cabrini, dove risiedono le suore anziane, ha deciso di avviare un’indagine interna per comprendere le cause del contagio.
Ma, al momento non è fatto nessun progresso al riguardo. Dalla direzione amministrativa dell’Istituto fanno, però, sapere che la situazione è sotto controllo; e che sono attuati tutti i protocolli necessari per contenere la diffusione del virus.
Focolaio nel Comasco, 70 suore positive
Settanta suore dell’Istituto della Nigrizia di Buccinigo di Erba, in provincia di Como, sono risultate positive al Coronavirus. Un focolaio importante che si aggiunge ai numeri alti del contagio nella cittadina.
Lo riportato la Provincia di Como e il Corriere di Como. Il sindaco Veronica Airoldi, riporta la Provincia, ha anche indirizzato una lettera al governatore Attilio Fontana, al suo vice, Letizia Moratti, e ai direttori generali di Asst Lariana e Ats Insubria protestando per i ritardi nella campagna vaccinale.
“Non sono in grado di dare risposte ai cittadini – scrive. Il sistema di vaccinazione non ha superato la prova dei fatti. Centinaia di cittadini erbesi sono in vana attesa di una chiamata o di un sms da diverse settimane.
Mi risulta che le convocazioni avvengano a singhiozzo e inspiegabilmente non sia rispettato l’ordine di età”. Le suore, un centinaio, sono in isolamento all’interno della loro struttura residenziale, l’Istituto suore della Nigrizia, dove sono curate dai medici: nessuna ha avuto bisogno del trasporto im ospedale.